La popolarità di cui può fregiarsi ancora oggi il mondo del gioco d’azzardo ha certamente tratto nuova linfa dai casino online, capaci di offrire divertimento 24 ore su 24. A ogni modo, le sale terrestri continuano a esercitare grande fascino, riuscendo ad attrarre le nuove generazioni. Anche tu trovi piacere nel tentare la fortuna nei casino reali o virtuali? Leggendo quanto riportato nelle prossime righe potrai apprendere alcune curiosità sui casino destinate a strapparti un sorriso.
Da dove ha origine il termine “casino”?
La parola “casino” ha con ogni probabilità origini italiane, e sarebbe stata “coniata” nel corso del XVIII secolo. Esattamente nel 1744 tale termine è stato utilizzato per la prima volta come contrazione di “piccola casa” anche se, in realtà, il gioco d’azzardo ha origini più antiche. Nonostante non sia stato finora possibile identificarle con assoluta certezza, il “Ridotto di Venezia”, inaugurato nel 1638, è ritenuto la prima casa dedicata al gioco organizzato. A caratterizzarla era il fatto di accettare unicamente puntate elevate e di accogliere esclusivamente giocatori con indosso maschere e tricorni.
Cosa si utilizzava prima delle fiches?
Agli albori del gioco d’azzardo, le fiches (e le chips del poker) erano ancora un miraggio lontano. Spettava a pepite d’oro, monete e persino denti d’oro indicare il valore delle singole puntate effettuate nelle case da gioco. Furono queste ultime, a cominciare a produrre in proprio le fiches, ricorrendo ai materiali più disparati. Nei primi anni del ‘900 fecero la loro comparsa le fiches standard, create su scala industriale e realizzate in terracotta.
Curiosità sui casino inglesi
In Inghilterra, Patria celebre per l’amore nei confronti del gioco d’azzardo, è stata la città di Bath a rappresentare l’epicentro di questa industria. Tuttavia, a partire dagli ultimi anni del ‘900 Londra ha assunto un ruolo cardine grazie alla nascita di night club che offrivano agli avventori la possibilità di scommettere. Tali club, una sorta di evoluzione delle caffetterie e di altri luoghi riservati alle classi privilegiate, consentivano solamente ai soci di sedersi ai tavoli. Tra i più conosciuti si ricorda il White’s, in origine una cioccolateria. Sempre riguardo al gioco d’azzardo nel Regno Unito, ti sorprenderà sapere come sia ancora oggi ritenuto illegale effettuare scommesse in libreria. Una legge difficile da comprendere, ma che porta chi non la rispetta a commettere un illecito.
Stati Uniti: casinò in prigione e divieto di scommettere nudi
Passando dall’Inghilterra agli Stati Uniti, curioso è scoprire come per qualche tempo (dal 1932 al 1967) la “Nevada State Prison” abbia ospitato un casino riservato ai detenuti. Avevano così la possibilità di far trascorrere più velocemente il tempo giocando a poker, blackjack e craps. L’ottima organizzazione, oltre a vietare la vendita di alcolici per ovvie ragioni, prevedeva anche un bookmaker per le scommesse sportive. Ma cosa portò alla realizzazione di questo casino? L’idea, poi suffragata dai fatti, che distrarre i detenuti alla pena avrebbe ridotto notevolmente le violazioni disciplinari. Fu l’avvento di un nuovo direttore a portare alla chiusura. Non meno curiosa è la scelta dell’Oklahoma di promulgare una legge volta a impedire alle donne intenzionate a scommettere di farlo nude, in lingerie o con il solo asciugamano. Il rischio? Ritrovarsi in carcere!
8 anni: ecco il torneo di poker più lungo di sempre
Se ti è già capitato di prendere parte a un torneo di poker ti sarai reso conto di come la durata di questi ultimi possa raggiungere i 2 mesi, o addirittura superarli. Ma il record di torneo più lungo della storia appartiene certamente a un torneo iniziato nel 1881 a Tombstone, città situata in Arizona. Svoltosi nel seminterrato del “Bird Cage Theatre”, proclamò il vincitore dopo ben 8 anni, 5 mesi e 3 giorni. Leggenda narra che, durante tale torneo, furono più di 10 milioni i dollari a cambiare di mano nel corso delle partite.
Slot machine: qual è a oggi la vincita più cospicua mai vinta?
I jackpot, in particolare quelli progressivi, hanno reso le slot machine potenzialmente ancora più remunerative. A rendersene conto è stato il giocatore che, il 21 marzo del 2003, a Los Angeles, si è aggiudicato la cifra di 39.710.826,36 dollari.
A quanto ammonta la maggior perdita nei casino?
Che si tratti di Poker, Blackjack o Roulette, perdere non fa piacere a nessuno. Il più dispiaciuto di tutti, in base ai dati storici disponibili, è l’ex magnate dei media che risponde al nome di Robert Maxwell. Su di lui si narra che abbia perso, in soli 3 minuti (spesi giocando allo stesso momento su 3 ruote della roulette) l’esorbitante cifra di 1,5 milioni di sterline.
Archie Karas, high roller di Las Vegas
Il nome di Archie Karas è ben noto al pubblico americano, e non solo, appassionato di gioco d’azzardo. Detiene, infatti, la serie più lunga (cui è stato attribuito il titolo di “The Run”) di vittorie nel mondo delle scommesse. Iniziando a puntare completamente al verde, è riuscito nell’arco di neppure 3 anni a trasformare la cifra di 50 dollari in 40 milioni di dollari. Ancora più scioccante è venire a conoscenza di come tale ammontare di denaro sia stato persa al gioco l’anno seguente. L’high roller ha preso quanto accaduto con filosofia, dichiarando che per lui i beni materiali non rivestono alcuna importanza.
Il sandwich: nato proprio in un casino
Oggigiorno il sandwich, o toast che dir si voglia, rappresenta un alimento molto comune. Probabilmente ignorerai come la sua nascita sia legata ai casino. L’invenzione, infatti, è attribuita a John Montagu, meglio noto come il quarto conte di Sandwich, nato nella cittadina del Kent nel 1718. Ammiraglio e in seguito diplomatico, il conte era un uomo dai molteplici impegni, gioco d’azzardo incluso. Per nutrirsi senza perdere eccessivo tempo, e forse stanco di non mangiare per concentrarsi nelle scommesse, Montagu chiese al cuoco personale di portargli due fette di pane farciti con della carne. Ecco nato il sandwich.
Finestre oscurate e mancanza di orologi: qual è il motivo?
Diversi casino non presentano finestre, mentre altri si avvalgono di modelli oscurati. La ragione è chiara: impedire che la luce, filtrando, fornisca giocatori indizi sulle ore trascorse scommettendo, magari invogliandoli a smettere. Far perdere la cognizione del tempo li aiuterà a continuare a fare quello per cui sono entrati nel casino, mantenendosi concentrati per diverse ore. Ecco spiegata anche l’assenza di orologi.