Le origini del gioco più antico del mondo
Il gioco dei dadi, spesso indicato nella sua accezione americana, ossia “craps”, fa parte del novero dei passatempi da casino più iconici e in grado di regalare momenti di vera emozione. Se hai frequentato una o più sale terrestri, o ami dilettarti con le piattaforme online dedite al gioco d’azzardo, avrai notato come questo gioco sia ancora oggi ben presente nel panorama esistente. Nonostante sia praticamente impossibile indicare chi sia effettivamente “l’inventore” di un passatempo immortale, non è azzardato definirlo il più antico gioco d’azzardo. Gran parte degli esperti in materia fa risalire le sue radici ai Paesi orientali. Giunto in Europa, dopo essere stato oggetto di modifiche è divenuto uno dei simboli per eccellenza dei casino di Las Vegas. E ancora oggi il gioco dei dadi si fregia del titolo di “Re” indiscusso. Quel che è certo è che si tratta di un passatempo già ampiamente diffuso in epoca romana. Se i soldati utilizzavano i dadi nei momenti di libertà, anche gli aristocratici difficilmente riuscivano a resistere al loro fascino. Non a caso, i dadi sono entrati a far parte ai celebri Saturnali, importantissima festa religiosa che prevedeva una serie di giochi pubblici. Tanto era l’interesse per i dadi che vennero realizzate delle strutture apposite. Le partite obbligavano i partecipanti a rispettare regole piuttosto rigide, con i giocatori liberi di scommettere il proprio denaro.
Le prime apparizioni dei dadi in Italia
In Italia, i primi esemplari di dadi (in forma di astragali) vennero rinvenuti nei primi anni ’70: si trovavano posizionati all’interno di una tomba. I dadi, inizialmente, erano visti soprattutto come oggetti da impiegare per divinare il futuro. Da qui, con ogni probabilità, il loro inserimento nelle tombe. I dadi a 6 facce, del tutto simili a quelli moderni, sono stati scoperti in Egitto e Cina; questi ultimi, in particolare, sarebbero datati 2000 a.C. Nel territorio italiano, gli esemplari a 6 facce più antichi, contraddistinti dall’utilizzo di lettere in luogo dei numeri, risalgono all’epoca etrusca.
Un passatempo tuttora diffuso nei casinò terrestri e online
Divertirsi con i dadi, almeno nella versione “base” del gioco, è davvero semplice. Le regole sono poche, e hanno come obiettivo quello di rendere ancora più avvincenti le partite. E sono proprio le meccaniche di gioco tutt’altro che complicate ad aver permesso ai dadi da gioco di essere ancora oggi un passatempo di tendenza nei casino reali ai quattro angoli del globo e nelle piattaforme virtuali. La fortuna riveste un ruolo fondamentale, ma anche esperienza e abilità possono fare la differenza. Sono soprattutto i giocatori di craps, la versione oggi più diffusa, a far emergere l’astuzia e a sfruttare l’intuito. A proposito di craps, tale variante è apparsa per la prima volta nel XIX secolo in alcuni casino del Vecchio Continente, sul finire della cosiddetta “belle epoque”.
Dadi protagonisti nelle piattaforme virtuali
A partire dalla seconda metà degli anni ’90 il gioco dei dadi ha fatto la propria comparsa online. Ma è dai primi anni del Nuovo Millennio che la presenza dei dadi è divenuta una costante nei casinò in Rete, con i giocatori impegnati a effettuare puntate utilizzando fiches virtuali. Oltre a potersi divertire servendosi di un software di simulazione, oggi spopolano le versioni “live”, in cui una o più telecamere riprendono quanto avviene sui tavoli, inquadrando i giocatori seduti e i croupier, mentre un utente è libero di puntare da casa in tempo reale.
Le varianti esistenti
Attualmente, come già indicato, esistono molte varianti, ognuna con regole ben definite. Se a cambiare sono sia la struttura che il sistema di puntate, diverse regole base appaiono condivise. A mantenersi inalterata è anche la tipologia di dadi adottata. Sui tavoli, infatti, vedrai comparire sempre due dadi cubici da 6 facce ciascuno. Di conseguenza, il punteggio minimo del lancio è pari a 2, mentre il punteggio massimo è di 12, con un totale di 36 combinazioni disponibili. In origine, invece, i dadi coinvolti nel gioco erano 3, portando il numero di combinazioni a 316. I dadi vengono gettati sul tavolo, a seconda dei casi, con un bussolotto o a mano. In base alla versione cambiano anche i modi di giocare. Per partecipare è necessario che ogni giocatore effettui la propria puntata. Le principali sono le “Pass Line”, “Don’t Pass Line”, “Come” e “Don’t Come”. A quel punto, il lanciatore farà rotolare i dadi sul tavolo. Il primo lancio di ciascuna mano è chiamato “tiro di esordio”. In assenza del croupier ogni giocatore diverrà lanciatore a turno.
Alcune curiosità sul gioco dei dadi
Se i dadi continuano a godere dei favori del pubblico, una parte del merito è da attribuire alle citazioni e agli omaggi emersi in diverse pellicole cinematografiche e serie Tv. Numerose sono le scene passate agli annali che vedono giocatori intenti a lanciare i dadi in celebri casino o in bische clandestine. Altra curiosità legata ai dadi è il fatto che accanto alla versione tradizionale a 6 facce ne sono comparse molto altre. Una delle più singolari ha come protagonista una sfera cava, al cui interno sono posizionati una sfera in metallo e 6 incavi. Il risultato del dado è determinato dall’incavo in cui la pallina andrà a posizionarsi. Oltre che nel mondo del gioco d’azzardo, i dadi sono un elemento imprescindibile dei giochi di ruolo. Uno dei titoli più famosi in tale ambito, “Dungeons & Dragons” vede all’opera ben 7 tipologie differenti di dadi, rispettivamente da 4, 6, 8, 10, 12, 20 e 100 facce.