Hai già sentito parlare del gioco del pollo? Parliamo di una tecnica da casino che sta appassionando davvero tutti probabilmente perché per vincere è necessario puntare su strategie che, sono le medesime che vengono messe in campo da economisti, politici e grandi strateghi della guerra. Come funziona e quando si comincia a sentirne parlare? Scopriamolo assieme.
Le origini del gioco del pollo
Il minigioco del pollo è parte, insieme ad altri giochi, come ad esempio quello che passa sotto il nome del Dilemma del Prigioniero, della “Teoria dei Giochi”,una teoria messa a punto nel 1902 da Ernst Bermelo il quale cercò di spiegare matematicamente i giochi partendo dal gioco degli scacchi. A realizzare il primo teorema dei giochi fu John von Neumann nel 1928. Il matematico sostenne nella sua teoria che alcuni giochi possono definirsi a somma zero. Questi sono i giochi in cui la vittoria di un giocatore è uguale e contraria alla sconfitta dell’altro. Altri giochi sono a informazione perfetta: in questo caso tutti i giocatori conoscono perfettamente le possibili mosse realizzabili dall’avversario e le conseguenze di ciascuna tattica. I giocatori conoscono anche le strategie che consentono di minimizzare le perdite massime: da qui nasce il nome di teoria del minimax. In questa teoria si inserisce perfettamente il nostro minigioco del pollo. Questo e gli altri giochi connessi alla “Teoria dei giochi” pubblicata dallo stesso von Neumann nel 1944 hanno il loro slancio tra gli anni ’50 e ’60 tanto che per spiegare il minigioco del pollo si prende spesso ad esempio la sfida che appare sul grande schermo in Gioventù Bruciata.
Il film del 1955 che vede protagonista James Dean ha al suo interno una scena in cui due giovani decidono di sfidarsi con le auto: le auto partono a tutto gas verso un dirupo in maniera simultanea. La scena del film esemplifica perfettamente il cardine delle strategie possibili quando si gioca “al pollo”. Infatti:
- Se i due giovani tirano dritto verso il dirupo muoiono entrambi
- Se solo uno dei due sterza prima per evitare il dirupo farà la figura del pollo, contro l’avversario che magari si fermerà prima del dirupo, ma si sarà guadagnato il rispetto del pubblico
- Se i due giovani sterzano nello stesso momento davanti al dirupo appariranno entrambi deboli agli occhi dei ragazzi.
C’è una strategia per vincere al gioco del pollo? Mettere in atto una minaccia, purché sia credibile
Il chicken game è applicato a diversi ambiti tanto della politica e delle strategie di potere e di conquista, quanto dell’economia. Vista la complessità dei rapporti internazionali e la traduzione degli aspetti matematici del gioco nella vita reale, è necessario introdurre fra gli aspetti del gioco un ulteriore elemento: la deterrenza. Per ottenere un risultato e riuscire a vincere nel chicken game è necessario che la minaccia sia credibile e tangibile, almeno agli occhi dell’avversario.
Facendo ancora ricorso all’esempio di Gioventù Bruciata, la possibilità di ottenere la vittoria nella sfida sta proprio nel convincere l’avversario che non si è disposti a “sterzare” quindi a ritirarsi, anche se ciò significa dover finire nel burrone e quindi morire. La strategia del chicken game è stata quella che ha predominato anche durante la Guerra Fredda. Le due superpotenze mondiali hanno lasciato il mondo con il fiato sospeso e con l’alone della minaccia di scatenare una guerra nucleare solo per non rischiare di fare la figura del pollo rispetto all’avversario. Come fare a convincere l’avversario della propria determinazione ad andare sino in fondo? Sostenere di essere in possesso di armi più sofisticate e precise. Riportando il chicken game nel gioco e quindi ai numeri e alle statistiche, per non far la figura del pollo e quindi totalizzare una sconfitta è necessario convincere l’avversario a cooperare: solo in questo modo si eviterà che entrambi i giocatori puntino verso il burrone e prendano la decisione razionale di sterzare.
Altre strategie? Ridurre l’autonomia nel prendere una decisione
In alcuni casi la minaccia, seppur credibile, non è abbastanza convincente. In questo caso, il rischio più grande per chi vi ricorre è che entrambi gli sfidanti si ritrovino a dover “finire nel burrone” pur di non fare una figuraccia con il pubblico presente. In questo caso specifico, ad esempio, se uno dei due contendenti si mostra irrazionale e pronto a saltare dal dirupo ma l’avversario è convinto che sia un bluff potrebbe succedere che entrambi finiscano in un lancio nel vuoto. Questo perché probabilmente la minaccia non è stata sufficientemente credibile o sufficientemente incisiva. Per far sì che la minaccia sia presa in considerazione si può minimizzare la propria possibilità di prendere una decisione. L’essenziale è che tale limitazione sia comunicata al proprio avversario che, a questo punto avrà in mano tutto il potere decisionale. Un caso limite, potrebbe essere quello di comunicare, al momento della partenza, allo sfidante di aver bloccato il volante oppure di aver fissato un peso sul pedale dell’acceleratore o ancora di aver messo un blocco al freno. In questo modo, l’avversario dovrà necessariamente scegliere se finire giù dal burrone assieme all’altro giocatore o se far emergere il suo lato più razionale e sterzare prima che sia troppo tardi. Se lo sfidante sterza, il primo giocatore avrà la meglio vincendo la gara. A rendere credibile la minaccia, in questo caso, sarà il limite decisionale che ci si è autoimposti.