Accertamenti Decreto Dignità, ci sono state violazioni?

Stop
Quali conseguenze ha avuto lo stop alla pubblicità decretato dal governo?

Il Movimento 5 Stelle, ha presentato al Ministero dell’Economia e a quello dello Sviluppo, una interrogazione parlamentare sull’effettiva applicazione delle norme che regolano la pubblicità nel settore del gioco, sancite dal Decreto Dignità.

L’interrogazione parlamentare

In particolare, si richiede un resoconto di quali attività di sorveglianza siano state svolte. Che cosa è stato fatto per verificare se la pubblicità, erogata nei mesi successivi a luglio, sia stata effettivamente contrattualizzata prima dell’entrata in vigore del decreto. L’interrogazione, sollecita anche un elenco delle infrazioni riscontrate e le conseguenti sanzioni che sono state addebitate agli operatori sorpresi in violazione delle nuove normative.

Il Decreto Dignità, infatti, ha permesso a tutti i contratti in essere e quelli siglati prima dell’entrata in vigore della legge ad essere erogati completamente, e comunque non oltre il 14 luglio 2019. Dopo questa data, nessun tipo di pubblicità e sponsorizzazione del gioco d’azzardo sarà permessa su qualsiasi media.

La pubblicità del gioco d’azzardo online è aumentata?

L’interrogazione parlamentare, è probabilmente nata da un quesito che alcuni esponenti del Governo e molti cittadini si sono posti recentemente. Come mai, da quando è entrato in vigore il Decreto Dignità, la pubblicità sul gioco d’azzardo piuttosto che diminuire, è invece aumentata?

La risposta è sicuramente molto semplice. Gli operatori del settore dell’azzardo, non potendo più fare pubblicità da luglio, hanno logicamente deciso di investire molto di più e subito, in modo da registrare più giocatori nuovi possibili.

Ma come è plausibile che gran parte di questi gruppi abbiano investito di più, se non hanno potuto siglare contratti nuovi? Avevano forse delle opzioni, che hanno confermato? Oppure c’erano degli accordi con budget variabili, che potevano lievitare drasticamente? Ipotesi ammissibile con le scommesse sportive, dove l’andamento dei Campionati e delle Coppe può far variare l’interesse dei bookmaker a pubblicizzare i loro servizi.

Oltretutto, secondo i dati sugli investimenti pubblicitari comunicati da Nielsen, a gennaio la categoria Tempo Libero ha registrato un +22% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tempo Libero è il segmento in cui viene conteggiata la pubblicità sul gioco d’azzardo di cui è componente principale.

I contratti secondo il decreto dignità

Di certo il testo del Decreto Dignità, non definisce nel dettaglio quali tipologie di contratto siano valide. Né, tanto meno, che questi accordi siano già stati pagati, elemento chiave che avrebbe drasticamente cambiato lo scenario. Si parla di contratti in termini generici:

“Ai contratti di pubblicità’ in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore del presente decreto resta applicabile, fino alla loro scadenza e comunque per non oltre un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, la normativa vigente anteriormente alla medesima data di entrata in vigore.”

Di conseguenza qualsiasi tipologia accordo sembrerebbe essere valido, l’importante è che sia stato sancito prima della fatidica data del 14 luglio 2018. Si potrebbe addirittura iniziare a discutere se una email abbia valore come un contratto. Infatti il diritto italiano, tra le forme di accordi tra più parti prevede anche il “contratto a forma libera”, per la cui stipula non serva alcuna formalità particolare.

Molte agenzie pubblicitarie non richiedono alcun contratto ai clienti abituali anche per budget rilevanti. La compravendita avviene molto spesso con uno scambio di email. Quindi come avrà fatto l’autorità competente a verificare in maniera efficace la data dei contratti pubblicitari?