
Nel 2018, il Decreto Dignità è stato lanciato, tra vari provvedimenti, anche come una grande crociata contro il gioco d’azzardo, con il divieto assoluto di pubblicità su qualsiasi piattaforma.
L’idea era quella di arginare il fenomeno del disturbo da gioco d’azzardo (DGA), considerato una piaga sociale. E fin qui, tutto lodevole, giusto?
Purtroppo, come spesso accade, la politica italiana ha deciso di fare le cose a metà, scontentando tutti e risolvendo ben poco.
Dopo che le aziende di scommessa e le società di calcio, nonché gli stessi media hanno trovato diversi escamotage per aggirarlo, oggi, si discute di fare marcia indietro. Noi di AmmazzaCasino non siamo poi così sorpresi: voi si?
1. Revisione del Divieto di Pubblicità: Torniamo Indietro, ma Facciamolo con Stile
La VII Commissione Cultura del Senato ha recentemente approvato una risoluzione che, con grande coerenza, chiede al governo di abolire il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo. Evidentemente, ci si è accorti che l’unico risultato tangibile di questo provvedimento è stato il crollo delle sponsorizzazioni calcistiche. A quanto pare, il divieto non ha minimamente ridotto il gioco d’azzardo patologico, ma ha certamente intralciato le entrate del calcio italiano, che, dipende pesantemente dai soldi delle scommesse.
Se in altri paesi europei le squadre calcistiche si vestono a festa con loghi degli operatori di gioco, da noi si è preferito fare paternalismo. Ora, ovviamente, si cambia idea.
Perché la morale va bene finché non intacca le tasche dei potentati.
Ma siamo sicuri che molte società calcistiche non si siano già comportate come se il Decreto Dignità fosse già stato abolito? Basta guardare una partita di calcio per avere la risposta, che lasciamo a voi.
Va bene, vi anticipiamo qualcosina: guardate i cartelloni pubblicitari, c’è un po’ di tutto.
2. Criticità e Obiezioni: Il Solito Giro di Preoccupazioni
Ovviamente, come ogni buon colpo di scena politico, non mancano le critiche. Secondo molti esperti, l’abolizione del divieto potrebbe far esplodere i livelli di dipendenza da gioco d’azzardo, in particolare tra i minori e le persone vulnerabili.
Riaprire le porte della pubblicità del gioco d’azzardo significa rischiare di far riaffiorare tutte quelle strategie che mirano a farci credere che piazzare una scommessa sia un po’ come ordinare una pizza: un’azione quotidiana, facile e (apparentemente) innocua.
E poi c’è il solito problema del mercato nero. Secondo alcuni, il divieto ha solo spinto i giocatori verso operatori illegali, che poi non si è mai capito se siano davvero o no illegali.
Ma davvero qualcuno crede che questo cambiamento si farà per il bene del consumatore? O è solo una farcitura della torta per far risalire i ricavi delle aziende e il gettito fiscale del governo?
3. Nuove Licenze e Regolamentazione: Il Futuro Brilla (ma per Chi?)
Mentre si discute se permettere o meno la pubblicità, il governo ha già iniziato a rilasciare nuove licenze per gli operatori di gioco online, valide per ben nove anni. Un bel respiro di sollievo per chi vuole fare affari in questo settore, sapendo che potrà farlo per quasi un decennio senza troppi intoppi. Ovviamente, il tutto condito da una nuova ventata di regolamentazione che dovrebbe (in teoria) proteggere i giocatori da se stessi.
Si promettono tecnologie di monitoraggio avanzate, con strumenti per auto-limitarsi e autoescludersi. Certo, perché il problema del gioco d’azzardo si risolve con qualche clic di auto-controllo, come se un giocatore d’azzardo compulsivo smettesse magicamente di scommettere solo perché glielo ricorda un algoritmo.
4. Impatto sul Calcio Italiano: Tornano i Soldi, Finalmente!
Il calcio italiano, vittima sacrificale del Decreto Dignità, è uno dei grandi beneficiari della proposta di abolizione del divieto. Finalmente le società sportive potranno tornare a riempire le proprie casse con sponsorizzazioni legate al gioco d’azzardo, come fanno i loro omologhi europei. La riduzione delle entrate dovuta al divieto è stata dura, con molti club che hanno visto svanire accordi milionari. È ovvio che qui non si tratta di proteggere la gente dal gioco d’azzardo, ma di salvare un sistema economico che, diciamolo, non naviga in buone acque.
Che poi, in un paese dove il calcio è praticamente una religione, quale politica avrebbe mai potuto resistere alle pressioni di questo settore?
5. Protezione dei Giocatori: La Solita Foglia di Fico
Per addolcire la pillola e non far sembrare la cosa una svendita totale ai grandi interessi, si parla di una maggiore protezione per i giocatori. Certo, come no. Saranno introdotte nuove tecnologie per monitorare i comportamenti di gioco e proteggere i minori. E ci si aspetta che queste tecnologie funzionino davvero, anche se fino a oggi abbiamo visto poco di concreto. Le promesse di sicurezza dei dati e prevenzione delle frodi suonano bene, ma chi ha esperienza nel settore sa bene che la realtà sarà molto meno scintillante di quanto ci viene raccontato.
Conclusione: Stessa Storia, Nuovo Capitolo
In sintesi, le modifiche al Decreto Dignità sembrano un tentativo disperato di rimediare agli errori del passato, cercando di mantenere una parvenza di impegno morale mentre si favoriscono gli interessi economici di pochi. Il gioco d’azzardo in Italia non sparirà mai, e le proposte di abolizione del divieto di pubblicità sono solo un’altra dimostrazione di come il denaro, alla fine, faccia sempre la parte del leone. La vera domanda è: fino a che punto ci si preoccuperà davvero delle persone? Ma forse è meglio non farsi troppe illusioni.
Ma che criticoni! Voi cosa proponete?
Il tono disilluso e vagamente polemico di questo articolo vi ha dato fastidio? Indipendentemente da chi avete votato per governarci, un po’ di spirito critico non guasta. Con l’attuale governo, siamo passati dal non far applicare le leggi già in vigore, fino a sconfessarle del tutto abrogandole. La realtà è che non esiste una soluzione facile al problema del gioco d’azzardo, ma tra approfittarne e cercare di limitarlo c’è una bella differenza.
Un passo verso l’armonizzazione dovrebbe farlo, a nostro avviso, la Comunità Europea, fornendo delle linee guida comuni per muoversi verso un mercato unico regolato e competitivo. Basta con il protezionismo inutile: è così difficile capire che i giocatori preferiscono gli operatori con la migliore offerta?
Ma su questo torneremo in un altro articolo. Nel frattempo, il nostro consiglio è sempre lo stesso: imparate ad auto-regolarvi, non fate affidamento sul monopolio di Stato per proteggervi dal gioco d’azzardo. Contate sul vostro autocontrollo e imparate a gestirvi!