Con i risultati del referendum dello scorso 11 giugno, il popolo svizzero ha aggiunto la Svizzera all’elenco delle nazioni in cui il gioco online è regolamentato in modo dettagliato, seguendo quindi il trend ormai consolidato tra i paesi europei.
Ovviamente anche nel caso dei nostri vicini del nord le ragioni sono principalmente di ordine fiscale, come è stato chiaramente detto tra le motivazioni addotte dai sostenitori della legge.
Secondo la nuova normativa, sarà quindi possibile richiedere una licenza, ma questo potrà essere fatto soltanto per gli operatori che siano già in possesso di una delle licenze per casinò terrestri – in soldoni sarà possibile essere operatori di casinò online soltanto se già si gestisce un casinò fisico. Questo è stato fatto per aumentare il livello di garanzia nei confronti dei giocatori, obbligando di fatto i casinò online ad operare dal territorio elvetico, evitando quindi casi come quelli che sono successi a volte nelle giurisdizioni più “leggere”. L’altra ragione è che in questo modo sarà molto più facile l’enforcement della regolamentazione e della riscossione delle tasse (esose), visto che difficilmente chi ha un casinò fisico riesce a “scappare con la cassa”.
Dal punto di vista dei prodotti, saranno permessi tutti i giochi che normalmente vengono offerti nei casinò fisici, quindi parliamo di giochi da tavolo e giochi di carte, oltre ovviamente alle slot machines, anche con jackpot. Saranno invece escluse le scommesse sportive che rimangono appannaggio esclusivo delle due lotterie nazionali (va bene liberalizzare, ma senza esagerare…)
Ma sono davvero solo rose?
Ovviamente, però, questa è soltanto metà della storia.
Infatti, quello che è sempre stato sostenuto dai detrattori della nuova regolamentazione, e che invece le autorità svizzere ben si guardavano dal dire, è che di fatto questa regolamentazione potrebbe rischiare di penalizzare più che favorire il giocatore svizzero. Infatti il risultato sarà quello di un mercato fortemente limitato, con una concorrenza davvero poco pronunciata, che porterà a un livello di competizione e di investimenti anche in bonus e in marketing decisamente meno generosi dei modelli “a libero mercato”.
Infatti esistono solo 21 casinò fisici, e quindi ci potrebbe essere un massimo teorico di 21 siti su cui giocare, ma di fatto saranno molti di meno, visto che diversi casinò fanno capo allo stesso gruppo. Ad esempio il gruppo Swiss Casinos gestisce 4 diverse case da gioco, mentre il gruppo francese Barriére ne gestisce tre e il gruppo Partouche ne gestisce due; è verosimile che ai nastri di partenza l’anno venturo non si vedranno più di 10/12 siti di gioco.
E’ chiaro quindi che la scelta sarà limitata in termini di offerta e di prodotto, oltre che, ovviamente in termini di liquidità quando si tratterà di giochi in cui la quantità di giocatori costituisce una ricchezza. Basta pensare infatti alla quantità di tavoli da poker a cui può accedere un giocatore che giochi anche soltanto in Italia, dove ci sono comunque sempre migliaia di giocatori online, rispetto a quello che potrà trovare chi possa giocare soltanto con altri giocatori svizzeri che per forza di cose saranno limitati.
Speriamo che almeno da questo punto di vista il regolatore svizzero sia più lungimirante e permetta l’adesione alla liquidità europea che si sta consolidando sempre di più, sempre con la notevole eccezione dell’Italia.