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Strategia Alla Roulette


cris75

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Buonasera,

credo che qualcuno qui non si sia compreso,ed è un peccato perché le cose che ho letto sono state tutte interessanti..

Da parte mia ringrazio visto anche per l'impegno, Satori, riguardo la sua eloquente spiegazione su una strada che in base alle nostre attuali conoscienze non è possibile percorrere...

D'altrocanto forse ci sono speranze però di utilizzare in qualche modo gli scarti gia avvenuti, una situazione pregressa che dovrà generare un equilibrio.

Su questo potrebbe essere valido lo studio di una tecnica appropriata...?

Modificato: da pegaso
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L'unico sistema è mettere il banco in minoranza, con una progressione che potrebbe essere ( la uso abbastanza spesso ) da 1 a 14 puntata a massa pari , da 15 a 32 montante di un pezzo alla volta, lavorando sulle ripetizioni, legge del terzo o meno chiamiamola come vogliamo ( anche Pasquale ) funziona sempre ? regge specialmente con qualche piccolo accorgimento durante le giocate ( questo lo tengo per me ) , molte sono le ripetizioni dopo la 14 puntata e su questo si può lavorare.

Chiaramente occorre avere una buona cassa non meno di 2500 euro con puntate che partono da 0,50. nella malugurata ipotesi che uscissero 32 numeri diversi occorrerebbero 32 ripetizioni per recuperare le perdite.

felicità

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E' la stesso risultato di Satori “.

non sto scrivendo su questo forum alla ricerca di logomachie ( conflitti, zuffe verbali);

la stragrande maggioranza delle stringhe – ma si vuole le si chiami pure permanenze –

la confusione tra “ propter hoc “ ( a causa di questo ), e “ post hoc “ ( dopo questo ).

Non ho mai giocato per romanticismo; qualcuno può farlo ed anche vantarsi di farlo. E’ suo diritto. Le palline che girano non mi affascinano; il saltellare garrulo della biglia sul cicloide non mi stimola la messa in circolo di endorfine: Ho giocato, e forse tornerò a giocare solo per battere la macchina; il tornaconto economico è secondario. Per me.

:)

perdonami satori(e perdonami soprattutto se mi sbaglio scrivendo in maniera imperfetta nel mio italiano stentato non sapendo dove mettere un punto piuttosto che una virgola),premesso che il tuo modo di scrivere non produce in me nessun tipo di effetto ne dal punto di vista fisico ne mentale e premesso che per quello che mi riguarda potresti e puoi scrivere come ti pare,ma scrivere come hai fatto sopra "logomachie" e poi metterne fra(o dovrebbe essere "tra" boh,per me è lo stesso :inkaz: )parentesi il significato e così per le successive lascia intravedere solo una cosa e cioè che stai dando degli ignoranti agli utenti del forum,così facendo mi appari saccente ed arrogante,ma forse mi sto sbagliando e tu sei in buona fede.

non ti sei rivolto a sognatore verissimo,ma l'ultima frase della citazione è un chiaro riferimento a quanto ho scritto precedentemente io nel mio post,mi sembrava giusta una replica da parte mia senza nessuna polemica.

si hai ragione ho fatto delle considerazioni sul tuo modo di scrivere,è li davanti agli occhi di tutti,permettimi di dirti che quando ero un ragazzino imparai da una persona molto saggia una cosa che nella vita mi ha tanto aiutato,mi disse all'incirca così:

c'è un linguaggio da utilizzare con ogni persona in base al suo grado di istruzione,utilizza il linguaggio del tuo interlocutore per non farlo sentire a disagio,ma non dimenticare mai che se ti rivolgi a più persone contemporaneamente dovrai sempre utilizzare un linguaggio semplice di facile comprensione per tutti.

mi sembra evidente che in un forum ci si rivolge a più persone le quali non hanno tutte lo stesso grado di istruzione,per esempio io sono ignorante e forse ho la terza elementare(non ricordo se sono arrivato alla quarta),altre persone qui sono stimati professionisti con una o più lauree e altri ti farebbero venire il mal di testa se iniziassero a scrivere come sanno,ma hanno l'acume(e che vorrà dire l'ho trovato su internet e mi piaceva :inkaz: )di non farlo e questo perché comprendono che ci si rivolge appunto a più persone.

ritieni poco gentile il fatto che dopo aver letto tre righe del tuo post ho detto che mi era venuto il mal di testa?

se non comprendi il tono della frase che voleva essere solo un po scherzoso è un problema tuo non mio,io ho chiarito il perché,ho la mia visione,teorie,teoremi,percentuali,parole,parole,parole,insomma fuffa.

ti assicuro che ti sbagli,io non ho nessun problema con te,io dico quello che penso senza peli sulla lingua a costo di apparire antipatico,mi spiace se questo è l'effetto che genero in te,ma non si può essere simpatici a tutti.

a suo tempo venne aperta una discussione dove si parlava della lingua italiana e di come viene utilizzata,storpiata e come dici tu stuprata soprattutto dalle nuove generazioni,se fai una ricerca la trovi e ti assicuro è interessante,non critico o disapprovo o biasimo o"stigmatizzo"(vorranno mica dire la stessa cosa? :aaah: )

il tuo modo di scrivere,o meglio non era mia intenzione criticarlo prima di questo post,volevo solo dire come ho scritto sopra che un linguaggio più semplice aiuta a farsi meglio comprendere,ben vengano le persone acculturate come te che scrivono come scrivi tu,è sempre un piacere leggerle e per me non fa differenza,ma la può fare per altri utenti,comunque sempre meglio rispetto a quelli che scrivono che con la k e amenità del genere.

la roulette ha generato due tipi categorie,quella dei teorici e quella dei pratici,io faccio parte della seconda,ma non disdegno discutere in serenità con i teorici,ovviamente se si comincia a dare i numeri(è il caso di dirlo) e si cominciano a postare formule e formulette,percentuali e si parla della curva di gauss quando qualcuno non sa nemmeno cosa sia un curva conica si potrebbe scadere nella noia,concludendo anche io tendo la mia mano come ho sempre fatto con tutti mettendo a disposizione la mia esperienza di giocatore non incallito,non patologico,non compulsivo,ma con il cervello,l'autocontrollo e perché no anche un po di intuitò e fiuto(chiamatemi pluto :inkaz: )

P.S. sono saltato di palo in frasca rispondendoti prima a una cosa e poi a un'altra senza un preciso ordine,non te la prendere mi piace fare così.

P.P.S. non prendertela davvero,non sono uno che vuole fare polemica a tutti i costi,ribadisco che amo solo dire quello che penso :ciao::ciao:

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Bene, Sognatore,

apprezzo la tua articolata risposta, la tua intenzione di chiarezza, ed il tempo che mi hai dedicato. Apprezzo pure ( ed attribuisco loro maggior merito, proprio perché per nulla richiesti ) i tuoi suggerimenti; espliciti ed impliciti. Li terrò nella considerazione che certamente meritano. Per mia parte, ricambio l'intenzione di chiarezza e solo in parte il tempo che mi hai dedicato. Purtroppo, però,non sono in grado di ricambiarti quanto a suggerimenti. Non ho da suggerirti nulla. Sai di sicuro quello che è meglio, sul come parlare, a chi e quando; sul come giocare; e su molte altre cose; senza che sia io a segnalarti o suggerirti alcunchè.

Ti auguro buone cose. Ora e sempre.

:inkaz:

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Non vorrei che la discussione prendesse una piega insolita, quasi come se fossero due squadre (i pratici e i teorici della roulette) ognuna che vuole prevalere sull'altra.. a mio avviso i due aspetti si integrano e vanno presi entrambi nella giusta considerazione, è una fortuna potersi confrontare con le vostre esperienze!

Per quanto riguarda l'utilizzo di un linguaggio appropriato (che come ha giustamente fatto notare Sognatore, è relativo), io penso che in questo caso sia nel totale interesse di chi legge, che potrebbe trarne qualcosa di utile, sforzarsi di capire i post e quindi arrivare ai concetti in essi espressi.

Se proprio non si ha chiaro qualche passo, magari si chieda una delucidazione in merito (oppure ci si potrebbe sforzare a leggere due volte :inkaz: )

Viceversa vorrà dire che chi legge non è interessato a quanto si sta dicendo, ragazzi non è mica una cosa grave.

Modificato: da jackjoliet
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io ho suddiviso i giocatori di roulette in due "categorie" e non in due "fazioni",non credo ci sia la volontà da parte di nessuno di prevalere sull'altro,non avrebbe senso,si avverte forse più la necessità di un dialogo semplice nel quale possano intervenire più utenti possibili interessati all'argomento che esprimano il loro punto di vista,che offrano suggerimenti e che ci parlino delle loro esperienze,insomma uno o più valori aggiunti dai quali ne possano trarre giovamento sia i teorici che i pratici.

P.S. buon 2011

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E comunque A/B = 0,13 * 10-14 = 0,0000000000000013% (ci sono 2 zeri in più :inkaz: )

:inkaz: No, gli zeri sono giusti. Se dividi semplicemente trovi la probabilità in forma normalizzata, quindi un valore compreso fra 0 e 1.

Scrivendo il % alla fine devi necessariamente moltiplicare per 100, quindi solo 12 zeri e non 14. :ciao:

Si hai ragione, il % mi era sfuggito :ciao:

applicando la stessa formula per le 24 combinazioni, siamo totalmente fuori scala (dichiarato 1/20.000 contro 1/2miliardi e rotti).

Anche quel risultato di Satori è esatto: il tuo conto 24! / 2424 non va bene e ti spiego perché.

Le sequenze cercate sono lunghe 24 ma ogni elemento della sequenza può assumere 37 valori (non solo 24).

Allora calcoliamo il numeratore della nostra frazione: il numero di insiemi di 24 numeri su 37 possibili è C(37;24) (coefficiente binomiale) e ognuno di questi si può sviluppare in 24! (24 fattoriale) sequenze senza ripetizioni. Quindi A = (37! / (24! * 13!)) * 24!

Il denominatore sono tutte le possibili sequenze di 37 numeri lunghe 24 con ripetizioni: B = 3724

Il rapporto (casi favorevoli su casi possibili) A/B = 0,00005 circa che corrisponde (B/A) a 1 caso ogni 20.000 (circa).

Ora, tralasciando per un attimo i numeri (che comunque sono sempre utili per misurare quello di cui stiamo parlando) torno al discorso "legge del terzo". Essa ci dice in un ciclo di 37 estrazioni si avrà la "tendenza" ad avere 24 numeri diversi e 12 ripetizioni. Ovviamente può apparire una delle 3737 sequenze possibili, anche quelle con zero ripetizioni e quelle con 37 numeri uguali (che sono solo 37). Ognuna ha il suo diritto ad apparire e prima o poi lo "deve" fare.

Il punto, secondo me, è proprio qui: la matematica ci dice che la distribuzione delle sequenze ha la forma di un monte (la curva gaussiana) con in cima quelle che hanno circa 12 ripetizioni e poi, man mano che si scende, si trovano le sequenze che si allontanano da questa "tendenza". E' come quando tirando 2 dadi, si scommette sul 7... perché? Perché è il valore più probabile che esca.

Quindi ha senso scommettere che una sequenza lunga 37 abbia delle ripetizioni al suo interno.

Riguardo al "ritorno all'equilibrio" anche questo concetto, se vogliamo stare alla matematica, non lascerebbe scampo: l'equilibrio è la tendenza considerando "infinite" estrazioni. L'infinito, qui, è una astrazione matematica che la mente umana difficilmente afferra. Per farla corta, potresti restare in uno stato di "non equilibrio" per migliaia, milioni, miliardi, ecc. di sortite: il numero più grande che puoi pensare è sempre un granello rispetto a "infinito".

Penso che la matematica ci sia ovviamente di aiuto come strumento teorico per inquadrare il problema, la statistica per misurare e scoprire eventuali tendenze e magari, un giorno, altre scienze potrebbero contribuire alla causa.

Anche a me sta iniziando a interessare più cercare di dominare la ruota piuttosto che vincere soldi (anche se non mi dispiacerebbe :aaah:) però ricordiamoci che, anche se può essere stimolante come "problema" da risolvere, è sempre un gioco :inkaz:

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Credo che tutti abbiamo sia una aspetto pratico che uno teorico,

caro Kal el a riguardo della curva gaussiana penso non ci sia niente da eccepire è impossibile con le conoscenze che abbiamo trarre vantaggio da questo studio,

però non sono d'accordo con il principio del ritorno all'equilibrio, logicamente parlando secondo i dati attuali uno scarto di migliaia milioni o miliardi di pezzi o il vantaggio di una chance per migliaia o milioni di colpi è una cosa che non è mai successa, la nostra mente non comprende un numero che tende all'infinito proprio perché siamo finiti e poi....che ce ne frega se in 1000 miliardi di boules succederà quel qualcosa di inimmaginabile se tanto sò che nella mia vita ne potrò giocare al massimo diecimila...

Buon 2011 a tutti quanti...

cin cin

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se in 1000 miliardi di boules succederà quel qualcosa di inimmaginabile se tanto sò che nella mia vita ne potrò giocare al massimo diecimila...

Appunto, eventi rari non servono per costruire delle strategie, sappiamo bene che il sistema di vincita sempre e comunque non esiste, preso atto di questo si possono costruire strategie che mettano in conto questi eventi come perdite certe ,continuo a ripetere che il sistema che ha una buona tenuta e quello che serve per venirne a capo.

felicità e buon 2011 a tutti

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Per kal El

Grazie, Kal El per la tua attenzione e per i tuoi dati. Mi conforta avere conferma che i calcoli a suo tempo eseguiti da un mio collaboratore, da un po’ passato a miglior vita, erano e sono corretti.

Ti cito:

“.. Riguardo al "ritorno all'equilibrio" anche questo concetto, se vogliamo stare alla matematica, non lascerebbe scampo: l'equilibrio è la tendenza considerando "infinite" estrazioni. L'infinito, qui, è una astrazione matematica che la mente umana difficilmente afferra. Per farla corta, potresti restare in uno stato di "non equilibrio" per migliaia, milioni, miliardi, ecc. di sortite: il numero più grande che puoi pensare è sempre un granello rispetto a "infinito".

Concordo con quanto dici. La tua affermazione è teoricamente inconfutabile. E, dunque, è inconfutabile ad ogni livello che sia subordinato a quello teorico; in questa gerarchia, il livello pratico occupa l’ultimo posto; giacché, esso viene illuminato di significato solo dalla comprensione teorica.

Tuttavia, come hai giustamente rilevato il concetto di infinito è tra i più “scivolosi” ed elusivi tra quanti la mente umana possa concepire. Ora, dal punto di vista della coerenza, e del valore di verità, un enunciato come “.. potresti restare in uno stato di "non equilibrio" per migliaia, milioni, miliardi, ecc. di sortite… “ ed uno come: “ Potrebbe non piovere mai più”, si equivalgono. Sono localmente e teoricamente inconfutabili . Come tu mi insegni, infatti, tra la quantità infinita di insiemi possibili, quelli che eludono la legge della tendenza all’equilibrio – pur se esistenti – sono una minoranza infima. Nella assoluta maggioranza dei casi, infatti ( e questo è suffragato anche dalla verifica empirica ) tutti i sistemi naturali o artificiali si reggono su questa legge. Se tale legge non fosse imperante, fra le altre cose, noi non potremmo essere qui a scriverci e leggerci; giacché non sussisterebbero le condizioni per la vita biologica. Dove porta questo discorso? Porta all’inevitabile conclusione che – così come fondiamo, ragionevolmente , le nostre vite sull’assunto che prima o poi pioverà ( anche se non potremo mai provarlo con un teorema) – alla stessa stregua possiamo, ancora ragionevolmente, fondare una o più ipotesi di metodologia-ruolette sull’assunto della tendenza all’equilibrio. E tutto ciò, considerazione importantissima, proprio sulla scorta dei dati fornitici dalla teoria. Dimmi se ti sono parso chiaro; qualora non lo fossi stato, interrogami su punti specifici.

Ora, traendo spunto da una domanda posta da Pegaso, e il cui post qui riporto:

“.. credo che qualcuno qui non si sia compreso,ed è un peccato perché le cose che ho letto sono state tutte interessanti..

Da parte mia ringrazio visto anche per l'impegno, Satori, riguardo la sua eloquente spiegazione su una strada che in base alle nostre attuali conoscienze non è possibile percorrere...

D'altrocanto forse ci sono speranze però di utilizzare in qualche modo gli scarti gia avvenuti, una situazione pregressa che dovrà generare un equilibrio.

Su questo potrebbe essere valido lo studio di una tecnica appropriata..”.?

La necessità forzata del ritorno all’equilibrio, caro Kal El, oltre che dalle considerazioni appena svolte, è determinata – in modo direi ineluttabile – da una legge vigente in due ambiti diversi a quello matematico; ma ad esso coerente: l’ambito fisico e l’ambito logico. In fisica corrisponde alla terza legge di Newton, nota come principio di azione e reazione. Come tu certamente mi insegni, essa è applicabile, per definizione, in t u t t i gli ambiti del mondo naturale, a tutti i livelli ( escluso, in una certa misura quello quantico), e per ogni processo. E’ evidente che una mancata e persistente violazione di questa legge, ci porterebbe fuori dall’ordine delle cose, fuori dal mondo come lo conosciamo. Starebbe a significare la sussistenza di una azione, o di una reazione, perpetue, senza una alternanza continua tra i due stati. Alternanza che può essere descritta adeguatamente “ oscillazione attorno all’asse dello zero. Dunque, il ritorno all’equilibrio, o oscillazione attorno all’asse dello zero, è una necessità di principio, e non solo una necessità statistica. Quanto al piano logico, vale una cosa analoga. Un allontanamento gratuito dall’asse dello zero presupporrebbe la presenza di una causa che è impossibile possa auto generarsi; salvo postulare interventi soprannaturali, o manomissioni artificiali.

La conclusione – che a me appare inconfutabile; ma che potrebbe esserlo solo entrando nel merito dei miei argomenti, eventualmente falsificandoli – è che il ritorno all’equilibrio è certo; e lo è perché è necessario; sia nell’ordine fisico, sia in quello matematico, sia in quello logico.

Per costruzione di qualcosa, non da ora ma da sempre, s’è ravvisata la necessità di un punto fermo. Fino a prova contraria, questo lo è. Mi si dovesse dimostrare che sbaglio, ringrazierò chi mi avrà corretto.

( Una piccola nota per jackjoliet. Scrivi “: quasi come se fossero due squadre (i pratici e i teorici della roulette) ognuna che vuole prevalere sull'altra.. a mio avviso i due aspetti si integrano e vanno presi entrambi nella giusta considerazione )..”.

Finora sono stato sostanzialmente concorde con le tue affermazioni, ma stavolta devo dissentire in modo netto. Parlare di roulette significa parlare di numeri; esattamente come parlare di apicoltura significa parlare di api. La disciplina che tratta di numeri è la matematica, che è universalmente riconosciuta come la più teorica di tutte. Essa si occupa, infatti, degli enti più astratti concepibili dalla nostra mente; i numeri. E, la roulette, mi ripeto, tratta di numeri. Trattare di roulette con strumenti diversi dai numeri – con strumenti “pratici” ( quali? ) – sarebbe una scoperta che cambierebbe le fondamenta dello scibile umano. Tentare di costruire qualsiasi cosa di sensato in un giuoco che è fatto di numeri, ossia di cui si può parlare solo in termini matematici, ossia solo in termini teorici, equivale a tentare di fare apicoltura con la canna da pesca. Certo, ci si può provare… siamo in democrazia.

Il gioco della roulette, inoltre, è doppiamente legato alla ricerca teorica. In primo luogo, come appena detto, per il lato matematico; che corrisponde alla fase della racconta dei dati; in secondo luogo, per la seconda fase, che è quella della costruzione di una metodologia di gioco. Questa seconda fase necessita dell’organizzazione dei dati ricavati dalla ricerca matematica; e tale organizzazione può essere effettuata solo seguendo le regole di coerenza ed inferenza offerte dalla logica. Che è una disciplina teorica nella sua essenza. Dunque, l’opposizione, che tu poni, tra “ pratici e teorici della roulette” non può esistere, causa inesistenza di uno dei termini di essa: il primo. Salvo che, per “pratico della roulette” tu non intenda il giocatore che trae piacere dal gettare a caso le fiches sul tappeto. Non c’è nulla di male nel farlo, effettivamente, anzi, la cosa può dare un certo brivido. In certi momenti di euforia l’ho fatto anch’io. E poi, ognuno può fare ciò che gli pare. Ci mancherebbe. ).

Tornando a te, Pegaso, ed alla tua domanda ( D'altrocanto forse ci sono speranze però di utilizzare in qualche modo gli scarti gia avvenuti, una situazione pregressa che dovrà generare un equilibrio.Su questo potrebbe essere valido lo studio di una tecnica appropriata..”.? ), da quanto ho appena esposto credo, o meglio spero, che tu sarai portato a dedurre che lo studio di una tecnica appropriata – sempre che non si voglia pestare l’acqua nel mortaio - deve necessariamente essere preceduto e successivamente proseguito dallo studio. Diversamente sarebbe come cercare di costruire un’auto, mettendosi a dare martellate qui e là, senza un preliminare progetto ( teorico); senza materiali selezionati in base ad una ricerca ( teorica); senza una logica ( teorica) che permetta di prefigurare il risultato finale.

Per quanto mi riguarda, posso qui anticiparti che – salvo una remota eventualità della quale forse parlerò in seguito - la sola via per battere la macchina passa attraverso la cernita di dati e la ricerca di strategie concernenti il passaggio altalenante degli eventi roulettistici attorno all’asse dello zero; nella loro ineluttabile e fluttuante tendenza all’equilibrio. Comincia a fare –se mi permetti di darti un suggerimento - uno studio serio e sistematico sul materiale prodotto dagli studiosi del passato. Prendi nota delle cose che ti sembrano più interessanti; cerca di capire la ragione per la quale una x metodologia funziona per una permanenza, e perché non per un’altra. E così via.

Un saluto a tutti gli amici del forum; dunque, un saluto a tutti. :bira:

p.s.

( Chiedo scusa per eventuali refusi di battitura).

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che ce ne frega se in 1000 miliardi di boules succederà quel qualcosa di inimmaginabile se tanto sò che nella mia vita ne potrò giocare al massimo diecimila...

Un evento raro 1\10mila non vuol dire che si verificherà tra 10mila boule. Potrebbe verificarsi anche al secondo colpo.. e di solito ti fa perdere un capitale tale che neanche altri 10.000 colpi vinti ti farebbero recuperare.

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Grazie jack ,quest'allegria ed ottimismo di fine anno sono ben auguranti...

Apparte tutto lo sappiamo bene che ci sono rischi ma non si puo dire di solito esce al secondo colpo...nel gioco ci vuole anche fortuna ma la fortuna va aiutata...stiamo o almeno io sto facendo questo cercare di aiutarla con un pò di sana conoscienza e preparazione...un pò come prendere la patente...a volte si evitano gli ostacoli con un pò di fortuna altre è proprio la nostra abilità a scongiurare il peggio

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Grazie jack ,quest'allegria ed ottimismo di fine anno sono ben auguranti...

è sempre un piacere :bira:

Volevo rispondere anche a Satori.

Parlare di roulette significa parlare di numeri; esattamente come parlare di apicoltura significa parlare di api. La disciplina che tratta di numeri è la matematica

Potrei dirti che per parlare di matematica non necessariamente occorrono numeri (diciamo che il più delle volte fanno comodo), come per giocare a scacchi non sempre si usano i pezzi e la scacchiera...

In effetti, come gia detto, io mi sento più vicino alla squadra dei "teorici" ma c'è tutto un aspetto inesplorato e a volte sottovalutato legato all'"intuizione", che si sviluppa solo "praticando" la roulette, e che non si può non tenere nella giusta considerazione.

Poco tempo fa mi sono imbattuto in un paio di articoli molto interessanti su questo argomento, non mi sembra il caso di approfondirli in questa sede (andremmo troppo fuori tema). Posso solo dire che in sostanza si cercava di fare chiarezza (con degli interessanti esperimenti) sul perché certe volte il nostro cervello "decide" di operare e compie delle scelte apparentemente ingiustificate, salvo poi rivelarsi scelte vincenti.. in realtà la spiegazione sarebbe da ricercare in tutta una serie di informazioni reperite e rielaborate a livello inconscio.

Chissà se a livello inconscio il cervello di un giocatore possa rilevare qualcosa che somigli ad uno schema..

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Forse sono stato frainteso quindi mi spiego meglio e poi rispondo ad alcune osservazioni.

Riguardo alla "legge del terzo" la mia posizione è che "ha senso" lavorare su cicli di 37 estrazioni considerando che ci saranno "tendenzialmente" 12 ripetizioni. Non la considero una cosa inutile.

Riguardo al "ritorno all'equilibrio", lo considero anch'esso valido per studiarci sistemi. La mia osservazione sul fatto che teoricamente potrebbe essere molto difficile tornare all'equilibrio, era per fare un paragone con l'affermazione fatta che la "legge del terzo" non era valida perché potevano uscire sequenze con poche o zero ripetizioni.

Quindi, secondo me, entrambe le caratteristiche sono degne di nota.

Visto che ci siamo, vogliamo elencarne altre?

Magari in un thread apposito così da mettere insieme tutte le esperienze e dare spunto per qualche nuova soluzione?

caro Kal el a riguardo della curva gaussiana penso non ci sia niente da eccepire è impossibile con le conoscenze che abbiamo trarre vantaggio da questo studio,

Il vantaggio è di sapere che quasi sempre avrai ripetizioni in un ciclo di 37 estrazioni.

Mi sembra un'informazione preziosa.

però non sono d'accordo con il principio del ritorno all'equilibrio, logicamente parlando secondo i dati attuali uno scarto di migliaia milioni o miliardi di pezzi o il vantaggio di una chance per migliaia o milioni di colpi è una cosa che non è mai successa,

Esatto, come non è mai successo (finora) che una sequenza di 37 abbia avuto 0 ripetizioni.

Forse non è mai scesa sotto un minimo ma non so quale sia.

che ce ne frega se in 1000 miliardi di boules succederà quel qualcosa di inimmaginabile se tanto sò che nella mia vita ne potrò giocare al massimo diecimila...

Come ha scritto JJ (mi passi l'abbreviazione? :bira:) potrebbe accaderti appena inizi a giocare.

Ovviamente questo vale sia per un ritorno lungo all'equilibrio sia per le sequenze senza ripetizioni.

Poi considera che il ritorno all'equilibrio non occorre che sia lungo milioni di boule per farti saltare il sistema... potrebbe bastare molto meno... :bira:

dal punto di vista della coerenza, e del valore di verità, un enunciato come “.. potresti restare in uno stato di "non equilibrio" per migliaia, milioni, miliardi, ecc. di sortite… “ ed uno come: “ Potrebbe non piovere mai più”, si equivalgono.

Su questo non sono d'accordo: io affermo che non si sa quando un evento (l'equilibrio) si verificherà, tu affermi che un evento (la pioggia) non avverrà mai. Non sono la stessa cosa.

Porta all’inevitabile conclusione che – così come fondiamo, ragionevolmente , le nostre vite sull’assunto che prima o poi pioverà ( anche se non potremo mai provarlo con un teorema) – alla stessa stregua possiamo, ancora ragionevolmente, fondare una o più ipotesi di metodologia-ruolette sull’assunto della tendenza all’equilibrio.

Ora va bene, e siamo d'accordo.

La conclusione [...] è che il ritorno all’equilibrio è certo; e lo è perché è necessario; sia nell’ordine fisico, sia in quello matematico, sia in quello logico.

Come ho spiegato in principio, non era mia intenzione negare il ritorno all'equilibrio ma solo indicare (come paragone con gli estremi della "legge del terzo") che potrebbe essere teoricamente lungo oltre ogni immaginazione.

Parlare di roulette significa parlare di numeri; esattamente come parlare di apicoltura significa parlare di api. La disciplina che tratta di numeri è la matematica, che è universalmente riconosciuta come la più teorica di tutte.

Va bene ma lascerei aperte le porte ad altre discipline che potrebbero aiutare.

Oltre la matematica e la statistica, mi vengono in mente "geometria" per eventuali soluzioni "visive" tramite grafici o forme (idee analoghe hanno aiutato nel campo delle teorie del caos), biologia (chissà che lo studio del dna e di come si combini "casualmente" non possa portare qualche nuovo risultato), e comunque non metterei vincoli alle connessioni possibili che qualcuno potrà forse trovare.

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Apprezzo tutti gli interventi ma si dovrebbe aprire una sessione specifica tipo " filosofia dei grandi numeri e gioco della roulette " questo topic mi pare che reciti " strategie di scomessa " sicuramente più terra a terra di tutto quello che si è enunciato sinora, daltronde il giocatore poco ferrato in matematica ( come il sottoscritto ) và sempre alla ricerca di qualche alchimia da applicare al gioco reale, cerca sempre suggerimenti che gli permettano di affinare le proprie tattiche di gioco, praticamente tutti quei suggerimenti " terrra a terra " , apprezzo molto gli interessanti e stimolanti interventi fatti da Sartori che hanno alzato il livello di discussione ( conosciuto personalmente alla cena di ammazzacasino, persona di elevata culutura e sensibilità ) .

felicità

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Si Kalel ti chiedo scusa perché sono io che avevo letto male il tuo post quindi mea culpa...

Sono d'accordo con te e jj che quella sequenza ''bastarda'' e improbabile possa uscire anche subito,credo che nella vita e nella roulette quindi bisogna anche avere un di fortuna chiamamola così... altrimenti tutto è vano

come ha detto Emgus un buon sistema è quello con una buona tenuta...perché non abbiamo al momento un trading system automatico da mettere in gioco , e qualsiasi approccio deve appoggiarsi e attingere dal livelo di esperienza dello scommettitore... qualsiasi studio, anche grafico di geometrie di analisi salvo scoperte rivoluzionarie, al momento è solo un supporto alle nostre abilità, come anche il money managment [perdonatemi i termini borsistici]...

D'altrocanto invito chiunque di voi volesse provare ad adottare il mio sistema di gioco naturalmente per migliorarlo e criticarlo...

Ve lo riespongo e vi prego di non ridere:

Io adotto il sistema soltanto sulle chance semplici...

Inizio a giocare un pò di colpi facendo pronostici ma senza puntare realmente...

Annoto il risulato abbreviando con V e P ( cioè vincita e perdita)...di seguito un es:

V

PP

V

PP

VVV

PP

V

P

VVVV

A cosa serve?

Si ritorna al discorso di una ricerca dell'equilibrio..

Andando avanti ci accorgeremo con questi appunti del nostro livello di fallibilità sull'evento pronosticato.

Questo potrebbe aiutare (lo credo io) il nostro intuito, e di conseguenza anche la nostra gestione di cassa.

Un pò come il GPS che serve a dare la posizione, in questo modo schematizzato la mia posizione

Vi ringrazio

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Kal El scrive:

Va bene ma lascerei aperte le porte ad altre discipline che potrebbero aiutare.

Oltre la matematica e la statistica, mi vengono in mente "geometria" per eventuali soluzioni "visive" tramite grafici o forme (idee analoghe hanno aiutato nel campo delle teorie del caos), biologia (chissà che lo studio del dna e di come si combini "casualmente" non possa portare qualche nuovo risultato), e comunque non metterei vincoli alle connessioni possibili che qualcuno potrà forse trovare”.

Tu ed io, kal El, siamo d’accordo nella sostanza. Salvo su un punto la (non) legge del terzo. Mi rammarico di non essere stato capace di esporre questo punto con una chiarerezza tale da renderlo evidente a tutti. Pare che il solo J–J abbia apprezzato la cogente forza logica del mio argomento. Qui ci torno ancora una volta. Se mi si è letto con attenzione, non ho affermato in nessun passaggio che non sia – o possa non essere – sensato o persino opportuno tentare di indagare il fenomeno delle ripetizioni. Ho scritto e confermo che dalla piatta ovvietà della necessità delle ripetizioni è per principio impossibile trarre informazioni. All’inizio dello sviluppo di una permanenza ( per capirci, nella fase in cui si cominciano ad annotare i numeri su un qualsiasi supporto ) l’aspettativa delle future ripetizioni non è generata da un aumento di informazione sul sistema; ma dalla ovvia considerazione che al crescere delle boules cresce parimenti e proporzionalmente la probabilità di incappare in eventi che si sa già in anticipo essere probabili; e tali sono solo perché maggiormente rappresentati. Dove sta l’aumento di informazione? Sappiamo già che – in misura rigorosamente, ma anticipatamente, probabilistica – ci troveremo ad osservare ciò che è più probabile che osserveremo. E' una tautologia: è come dire: il bianco è bianco, ed allora io scommetto che il bianco è bianco. Come tu sai meglio di me, nella teoria degli insiemi, lo zero è contrassegnato come un insieme vuoto. La sola possibilità di battere la macchina passa attraverso una ricerca capace di mettere “qualcosa“ dentro quell’insieme. Insomma, la scienza, se scienza è, è tale perché riesce a fare delle previsioni. Un enunciato come: “domani sorgerà il sole”, è un enunciato vero, ma non appartiene alla classe degli enunciati scientifici. Alla stessa stregua: “ E’ estremamente probabile che nel corso delle sviluppo della permanenza ci saranno delle ripetizioni”, è un enunciato vero, inconfutabile; ma non è consente alcuna previsione sul venturo comportamento dei numeri. E’ aria bollita. Altra cosa, mi pare di averlo accennato in un post passato ( o forse ne ho parlato nel corso della cena con gli amici del forum ) è ( o potrebbe essere) una analisi delle p o s i z i o n i delle ripetizioni e dei rapporti fra queste. Per quanto ne so, uno studio del genere non è mai stato fatto, e, sempre per quanto ne so ( ma potrei clamorosamente sbagliare; e così fosse non vogliatemene) non è neppure mai stato pensato. Ne ho parlato, di passata, in un mio post; ma ho anche argomentato le ragioni per le quali non ritengo opportuno trattare questo tema pubblicamente. In ogni caso, per chi ha orecchie, la dritta è chiara: le posizioni! Ma non dal punto di vista statico; sennò, seppure con un grande aumento di prospettiva, saremmo ancora dentro la statica nullità della (non) legge del terzo. Le posizioni, in senso dinamico, nei loro rapporti.

Quanto alle discipline di supporto, di cui scrivi, ed alle soluzioni “visive”, immagino – ma correggimi se sbaglio – ti riferisca a schemi reticolari, come quadrati, rettangoli o figure similari. In realtà, gli schemi “reticolari” noi li usiamo sempre, e sono talmente impliciti nel nostro modo di rappresentarci il mondo, che non sappiamo neppure che li stiamo usando. Ma questo è altro discorso. Per tornare a noi, mi è venuto in mente proprio adesso che potresti riferirti anche alla topologia; e questo ci riporterebbe allo studio, cui prima ho accennato, dei rapporti tra le “forme” che crea il flusso numerico. Su questo terreno, dal punto di vista, diciamo operativo, non potrei seguirti, non sono un matematico, come ho detto più volte; sono un logico, ed esamino le cose, gli schemi ed i processi sotto la specie della loro coerenza e delle regole di inferenza. Comunque, se è alla topologia che ti riferivi, è un’idea degna di nota.

Per Emgus:

Scrivi:

“ Apprezzo tutti gli interventi ma si dovrebbe aprire una sessione specifica tipo " filosofia dei grandi numeri e gioco della roulette " questo topic mi pare che reciti " strategie di scomessa " sicuramente più terra a terra di tutto quello che si è enunciato sinora, daltronde il giocatore poco ferrato in matematica ( come il sottoscritto ) và sempre alla ricerca di qualche alchimia da applicare al gioco reale, cerca sempre suggerimenti che gli permettano di affinare le proprie tattiche di gioco, praticamente tutti quei suggerimenti " terrra a terra " , apprezzo molto gli interessanti e stimolanti interventi fatti da Sartori che hanno alzato il livello di discussione ( conosciuto personalmente alla cena di ammazzacasino, persona di elevata culutura e sensibilità ) .

( Parentesi)

Innanzitutto, ti ringrazio per gli apprezzamenti e per la stima, che, come son certo tu sia certo, e del tutto ricambiata. Tengo però a chiarire una cosa; forse la “sensibilità” ( di cui tu mi gratifichi) è un valore di per sé; ma, ti assicuro, di certo, non lo è la cultura. Per le ragioni che forse ricorderai, ho necessariamente dovuto frequentare ambienti presso i quali le persone colte e coltissime erano in abbondanza. Ebbene, disgraziatamente, il divorzio tra cultura, saggezza e persino buon senso è una regola che patisce poche eccezioni. Spesso, l’accumulo di sapere genera una ciclopica ipertrofia degli aspetti più deleteri della personalità. Credimi, dottori e professori ce ne sono tanti; i signori sono pochi, e li trovi con maggiore probabilità tra la gente semplice. ( Fine parentesi).

Tornado alla “macchina”, esattamente come te sono poco ferrato in matematica. Non c’è nulla di male nel dichiarare la propria ignoranza di qualcosa. Tu ed io lo abbiamo fatto. Il fatto è che la matematica, pur se basilare in questo gioco fatto di numeri, non ne darà mai ( da sola) la soluzione vincente. Sempre che esista. E’ come i mattoni: senza mattoni niente casa; ma la casa nasce da un progetto e da uno schema i quali – pur se debbono necessariamente essere coerenti alla matematica – procedono da un ambito diverso. L’ambito è quello logico o logico-strategico. E per tale ragione che, correggimi se ti pare sbagli, considero le considerazioni qui svolte coerenti col tema del topic. Ho infatti cercato di tratteggiare, e tentare di argomentare, le ragioni che rendono improduttiva la scelta di certe linee strategiche. Magari non ci sono riuscito, e, se così, me ne addosso la colpa. Però il tema del topic, mi pare, sia stato rispettato

( P.s.: avvertimi quando vieni a Milano; ti farò assaggiare delle prelibatezze).

Un saluto a tutti.

P.s. del p.s.

Per Pegaso: ho visto adesso quanto hai postato. Darò un'occhiata alla tua metodologia. :bira:

Modificato: da Satori
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Come ben sapete, non mi interessa la roulette e le strategie relative al gioco della roulette, ma, cari amici, questo topic è eccezionale e vi ringrazio tutti per portarlo avanti.

Capisco meno della metà di ciò che dite, ma siete tutti fantastici.

Credo che in un forum di giocatori d'azzardo sia una vera perla.

:bira::bira::bira:

The Guru

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Caro Pegaso,

con riferimento a quanto da te postato, sempre se ho capito bene, mi pare che la tua metodologia consista – in prima battuta – nella quantificazione dello scarto, senza però alcun criterio – tu almeno non lo indichi – per un eventuale utilizzo. In ogni caso – sempre che, lo ripeto, non abbia capito male – questa è roba antica. Poi, dal modo in cui tu fai le annotazioni, potrei dedurre che cerchi di tenere una qualche statistica delle figure. Mi spiego: le tue notazioni “ P “ e “ V “ pare si riferiscano alle chance semplici ( correggimi se sbaglio ), se è così, la lunghezza delle “stringhe” corrisponde esattamente a quella delle figure contrarie o favorevoli alla chance che stai giocando. Sempre che abbia capito bene, la tua notazione è superflua e farraginosa. Basterebbe semplicemente annotare le figure e basta.

La questione del “ money management “, invece ( che io chiamerei molto più semplicemente ed italianamente gestione finanziaria, ma che tu puoi chiamare come ti pare ), è certamente uno degli elementi basilari per una metodologia di gioco razionale. Direi che gli elementi di un sistema vincente sono tre: 1°, la metodologa di gioco; 2°, la gestione finanziaria, o di cassa; 3°, ma non ultimo, un sangue freddo, una professionalità, ed un distacco pari quelli di Clint Eastwood nei primi tre film della celeberrima trilogia.

Caro Guru,

la roulette mi è sempre apparsa come la manifestazione in forma di ruota colorata della dea mesopotamica Ishtar: tanto terribile, quanto lussuriosa. Ed io, lo confesso senza ritegno, sono sempre stato perdutamente attratto dalle signore prive di virtù ed esperte di vizio. Guardare negli occhi di una di queste rare e grandi signore è come guardare dritto in fondo ad un abisso. E la stessa cosa è per la roulette. Pertanto, essendomi tu – come sai di essere – amico, sono combattuto tra l’augurio che anche tu possa specchiare e perdere il tuo sguardo nel brivido di quell’abisso; e quello che ti venga risparmiato il prezzo che questo comporta.

Uscendo di metafora, l’interesse del topic – per come la vedo - è proporzionato a quello dell’argomento. Ciascuno dei partecipanti, poi, come è naturale, ci mette del proprio. Ma, sia che ci si metta pane, sia che ci si mettano pietre, si vede e sente che l’atto viene dal cuore. Certo, il pane è commestibile, mentre le pietre rompono i denti. Ma, diciamo così, salviamo in ogni caso l’intenzione.

Abbiti cura. ( Augurio esteso a tutti ). :bira:

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Caro Satori,

degno di nota e ammirazione il tuo elogio alla passione di questo gioco,

devo dire che hai raccolto bene le mie informazioni,

le sequenze descritte si realizzano in forma pariteria a quelle delle chance semplici...

la differenza è che l'ordine di esse, qui si riferisce alle proprie possibilità di previsione e quindi i segmenti in questo caso mettono in chiaro lo scostamento dal ''nostro'' punto di equilibrio,

mentre nel caso delle sopra citate è la macchina stessa a generarle..che potrebbero nella malaugurata sorte appunto, non combaciare con la nostra fallibilità o vincibilità aumentando a parer mio il rischio di sovrapporsi in caso negativo producendo distorsioni e scostamenti più ampi

differente è trarne vantaggio costantemente,

va da sè che sia roba antica ma se siete d'accordo al di la di questo non chiuderei il dibattito lasciando aperta la conclusione a nuove discussioni,

in fondo come diceva Socrate conociamo il nostro '' sapere di non sapere''

p-s ti ringrazio della risposta

Modificato: da pegaso
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