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Satori, mi dispiace che il mio italiano, non forbito come il tuo, ti abbia portato a ribaltare totalmente il mio pensiero, estrapolando una singola frase del mio intervento.

Le povere vittime, come le chiami tu, le appenderei volentieri ai pali della luce di Corso Buenos Aires.

Comunque spero tu sia d'accordo che se queste povere vittime, nella loro breve vita, non fossero state tenute nella bambagia, difesi e perdonati per ogni loro cattiva azione, togliendoli la distinzione tra bene e male, non sarebbero certo andati ad identificarsi nelle figure "malefiche" della storia.

Gli è stato insegnato che tutto ciò che è sbagliato, a loro è permesso e impunito. Compreso togliere la vita agli altri. Quindi perché non approfittarne?

Spero tu non sia convinto che queste povere vittime, abbiano scelto di fare quello che fanno, leggendo e capendo i messaggi dei malvagi che hai riportato tu.

_ciao.gif

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se non ci fossero, non ci fossero stati e non ci saranno quei gggiovani, col cappero scriveresti così liberamente sul web, mio caro Jedi...

Infatti; solo adesso comincio a capire. Grazie, grazie, grazie, gggiovani con la maglietta di Ernesto ( così pieno d'amore! ), e le bandiere con utensili, per aver cercato - in sette o otto - di mandarmi all'altro mondo. Se non fosse stato per la vostra ferma, ma giusta, determinazione ( come mi sono permesso di aiutare un povero vecchio ?), non avrei mai cominciato a capire; né, come mi è stato misericordiosamente ricordato, potrei qui essere a scrivere. Che fortuna e che sollievo che esistano questi giosi incendiari; così creativi nel bruciare cassonetti; così maschi nello schiaffeggiare e sputacchiare un vecchio; così fermi nella determinazione di fare a pezzi le auto.. un simbolo così orrendo del C.D.P.G.M..

Grazie. :bira:

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Satori, mi dispiace che il mio italiano, non forbito come il tuo, ti abbia portato a ribaltare totalmente il mio pensiero, estrapolando una singola frase del mio intervento.

Le povere vittime, come le chiami tu, le appenderei volentieri ai pali della luce di Corso Buenos Aires.

Comunque spero tu sia d'accordo che se queste povere vittime, nella loro breve vita, non fossero state tenute nella bambagia, difesi e perdonati per ogni loro cattiva azione, togliendoli la distinzione tra bene e male, non sarebbero certo andati ad identificarsi nelle figure "malefiche" della storia.

Gli è stato insegnato che tutto ciò che è sbagliato, a loro è permesso e impunito. Compreso togliere la vita agli altri. Quindi perché non approfittarne?

Spero tu non sia convinto che queste povere vittime, abbiano scelto di fare quello che fanno, leggendo e capendo i messaggi dei malvagi che hai riportato tu.

_ciao.gif

Non ho difficoltà alcuna a fare 10 passi indietro; ed anzi a scusarmi per averti equivocato. La padronanza del linguaggio c'entra poco; la fonte di fraintendimento è causata dal mezzo. Se da una parte è veloce, dall'altra si mangia una parte considerevole di informazione. Oltre a questo, me ne dolgo e ribadisco, ti ho letto con troppa fretta.

Allora, siamo sostanzialmente d'accordo; salvo su un punto: non bisogna pertemettere che costoro ( ed i loro mandanti ) ti facciano diventare come loro; cosa che accadrebbe se - come tu dici ( ma credo sia un'iperbole ) - li si appendesse ai pali. La vera forza sta nel mantenere la freddezza del ghiaccio; la vera forza sta nell'esempio dato dall'impertubabiltà unita ad una determinazione che nulla può piegare. Devono capire - guardandoti negli occhi - che non passerannmo mai.

Oltre a questo, ma in senso molto sottile, questi gggiovani sono davvero delle vittime; vittime penose e patetiche. Ma non dei genitori ( o magari solo in una certa misura dell'insipienza e dell'inettitudine di questi ), quanto dei luciferini seminatori di odio. Se vuoi dare uno sguardo proprio dentro questo specifico punto, mi permetto di suggerirti la lettura di uno dei più straordinari romanzi che siano mai stati scritti: " I demoni ", dell'immenso Dostoevskij. Non ho mai letto un'analisi più completa e radicale del fenomeno dell'odio sociale ( travestito da crociata per la salvezza universale ) come in questa opera immortale.

Ti ringrazio per aver scusato il mio equivoco. :bira:

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Non ho difficoltà alcuna a fare 10 passi indietro; ed anzi a scusarmi per averti equivocato.

Le scuse non servono, Satori. _ok.gif

... se - come tu dici ( ma credo sia un'iperbole ) - li si appendesse ai pali.

Sì, è una esagerazione (ho cercato sul dizionario _ahah.gif), concordo con quanto hai scritto.

mi permetto di suggerirti la lettura di uno dei più straordinari romanzi che siano mai stati scritti: " I demoni ", dell'immenso Dostoevskij.

Mi piace leggere, seguirò volentieri il tuo consiglio. bittico.gif

_ciao.gif

Modificato: da theg.one
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Ospite Belfahgor

se non hai tempo di leggere ti consiglio un film, molto più immediato e soprattutto ambientato ai giorni nostri: "l'odio" di Mathieu Kassovitz. parla proprio di quei gggiovani, in modo schietto e senza retorica alcuna.

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[

Mi piace leggere, seguirò volentieri il tuo consiglio. bittico.gif

_ciao.gif

Vedrai che non te pentirai. I veri scrittori, e l'autore de " I demoni" ne è un esempio sommo, sono capaci di tirarti dentro la scrittura con un tocco tanto lieve quanto irresistibile, e che sa di magia; e che appaga, talvolta fino alle lacrime. Se non ricordo male, " I demoni " è del 1871. Poi, mi dirai se, oltre ad essere genio,Dostoevskij non fu pure profeta. Gli sfacciacarrozze ed i lupi in veste di agnelli, li inchiodò al muro della verità con quasi un secolo e mezzo di anticipo.

tw_ev

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se non hai tempo di leggere ti consiglio un film, molto più immediato e soprattutto ambientato ai giorni nostri: "l'odio" di Mathieu Kassovitz. parla proprio di quei gggiovani, in modo schietto e senza retorica alcuna.

Belfa, penso che il post sia rivolto a me.

Anche se non lo fosse, seguirò ugualmente il tuo consiglio.

Mi piace farmi una mia idea, sentendo più campane. :ok:

Poi, mi dirai se, oltre ad essere genio,Dostoevskij non fu pure profeta.

:)

Contaci. :ok:

tw_ev

Modificato: da theg.one
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Ringrazio quanti stanno partecipando a questa discussione.

leggendo il post di Satori, come al solito trovo così tanti spunti di riflessione che poi non sempre riesco ad organizzare una risposta chiara e lineare :ok:

partirei da qui:

Ciononostante, temo che la lotta contro di esso sia persa in partenza, esattamente come lo è la lotta contro la stupidità

Ti posso portare almeno un'altro esempio di lotta persa in partenza, cui partecipo con una certa assiduità.. ciò che conta amico mio, spesso è il viaggio in sé e non il raggiungere la destinazione! (e te lo dice uno che quando arriva a Taormina si sente all'estero.. :ok: )

E poi senza questa mia "militanza" non ci saremmo mai conosciuti dato che combattiamo (almeno in questo caso) nello stesso schieramento..

Adesso finalmente ho capito: gli occhi così a lungo chiusi si sono spalancati. Come ( col senno del poi ) era ovvio che fosse, è stato il C.D.P.G.M. (*) ad aver fatto quella semina

Qua, se non ho frainteso il senso delle sue parole, mi sento di appoggiare quanto detto da Theg.one*.

Di certo non occorre tirare in ballo nessuna teoria del complotto, quelle sottospecie di uomini non fanno riferimento a nessuna area culturale o politica, qui non c'entra la destra o la sinistra più di quanto c'entri la noia di vivere.

Al giorno d'oggi in aula a scuola ad esempio, si possono distinguere due tipi di tifoserie (e non mi viene termine diverso): i "fascisti" e i "comunisti", perché devi sapere buon Satori, che oggi questi due termini indicano l'uno il contrario dell'altro.. poi ovviamente da entrambe le parti i militanti possiedono l'"Iphone4" che è un telefonino da 600 euro.. e in effetti non ti sanno neanche dire se glielo chiedi, il motivo per cui sono "fascisti" o "comunisti", esattamente come non ti sanno dire perché tifano per la juve o per l'inter, ma si farebbero ammazzare per la squadra del cuore; probabilmente è una tradizione di famiglia.

E poi:

Considera solo il disperante paradosso che vede i cosiddetti antirazzisti ancora più razzisti dei razzisti propriamente detti. Che fa il pari con quello dei cosiddetti pacifisti

Ma Satori, non basta dichiararsi pacifisti (o antirazzisti) per esserlo! L'episodio raccapricciante di cui sei stato testimone e protagonista, rappresenta un paradosso: è come se un sedicente vegetariano andasse in giro a mangiare bistecche.. potremmo a quel punto dire che i vegetariani non sono vegetariani perché mangiano bistecche?

Io sono un non violento per principio (non per natura), nel momento in cui sferrerò il primo pugno o elaborerò il primo pensiero di sferrarlo, avrò smesso di essere un non violento.

definire “coglioni” i votanti per l’altrui schieramento è stato un duplice, gravissimo, errore; un errore nel merito, ed un errore nella sfera strategica ( che in politica conta). E’ un errore che non giustifico, ma del quale comprendo la causa

A questo punto eviterei di risponderti con una sterile quanto noiosa elencazione di insulti reciproci per la serie "a chi a cominciato prima".. e comunque sia chiaro, io sono profondamente deluso da quella che attualmente dovrebbe essere l' "opposizione" e i mezzi che essa usa! qui non si è capito che il "nemico" non è un uomo (quell'uomo) ma un pensiero ormai diffuso come una pandemia, a gran parte della nostra società.

la sola cosa giusta – ossia affidare la cosa pubblica a chi sta al di sopra delle miserie umane – porta ad esiti catastrofici. Ma è questo che dobbiamo capire prima, per rassegnarci poi: è, la nostra condizione umana che è paradossale

Rileggendo questo passaggio, mi è tornata in mente una frase :

"Governare gli italiani non è difficile, è inutile"

Me la ripeteva spesso mio nonno, una delle persone che nella mia vita ho amato e stimato davvero. Un Fascista.

Come mai, però, dei crimini nazisti abbiamo sentito parlare senza interruzione dalla fine della seconda guerra; mentre su quelli ( ti assicuro e garantisco ) parimenti efferati – ma molto più numerosi – dei rossi… una pietra tombale! Io il perché lo so.

Non lo so Satori, forse perché la storia la scrivono i vincitori o forse questo è solo un luogo comune e il motivo è qualcosa che ignoro.

A tal proposito chiudo con una citazione di Baglioni :".. battiti, battiamoci! da brutti, sporchi e anche cattivi, perche' dobbiamo vivere da vivi con l'anima tra i

denti.. in questa sparatoria come sarebbe mai la storia se a vincere

fossero i perdenti?.."

curiosamente la canzone che ho citato finisce citando il monologo finale del famosissimo film di Scott, lo stesso che hai citato tu

tw_ev

*avevo letto i messaggi e cominciato a scrivere la risposte questo pomeriggio, adesso mi pare che vi siate chiariti.

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Ospite Belfahgor

sì Theg.one dicevo a te.

x Satori: as salam alayk kum è un saluto rispettoso, ma distante. si usa generalmente con le persone anziane e deriva dall'ebraico "shalom alejem" ed è un gesto di pace. i giovani ed in generale gli amici si salutano con "ahlan" che corrisponde all'italiano "ciao" (anch'esso derivato da "shalom").

scusa la precisazione...

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sì Theg.one dicevo a te.

x Satori: as salam alayk kum è un saluto rispettoso, ma distante. si usa generalmente con le persone anziane e deriva dall'ebraico "shalom alejem" ed è un gesto di pace. i giovani ed in generale gli amici si salutano con "ahlan" che corrisponde all'italiano "ciao" (anch'esso derivato da "shalom").

scusa la precisazione...

@ Belfhagor,

altro che scusarti! Ringrazio, e apprezzo, sempre chi si prende cura della lingua; inoltre, e a prescindere, per me è in ogni caso un piacere , oltre che un obbligo, ringraziare chi cerca di correggermi, e, così facendo, mi riporta sulla – visto stiamo arabeggiando – sirat ( o tariq ) al mustaqim ( la retta via ).

Ciò premesso, ti spiego la ragione per la quale ho ritenuto più opportuno l’uso della formula di saluto da me scelta. Come forse ricordano gli amici Emgus e Theguru, nel corso della cena antenatalizia, avemmo modo di scambiarci alcune informazioni di carattere personale. Nello specifico, da me appresero, fra altre cose, di lontani soggiorni in paesi arabi. Nel corso di questi soggiorni dovetti , di necessità, apprendere almeno un rudimentale arabo ( che purtroppo ho oggi quasi del tutto dimenticato). Ora, per venire a noi: l’ave rivoltomi dal buon J-J – che è la forma imperativa del verbo latino “aveo”, che significa star bene, esibisce nella sua semantica un forte augurio di benessere per l’interlocutore. Seguimi: la formula di saluto araba “ahlan” ( che deriva da “ ahlan wa sahlan ), e che corrisponde quasi perfettamente al nostro ciao, non racchiude la semantica di “ assalam alaikum “ ( che si può traslitterare in vari modi), che invece esplicita ed evidenzia un augurio: quello di pace. “ Ahaln”, insomma, non corrisponde ad “ave”; semmai, potrebbe essere più prossimo al latino “ salve”, che è l’imperativo del verbo latino “salveo”, e che è più sfumato di “aveo”. Infatti, “salveo” mischia il significato di “salutare”, a quello di “star bene”; mentre, in “ aveo”, la semantica di saluto è secondaria a quella di augurio, che è primaria.

Grazie comunque per l’intenzione; cosa della quale ti rimango in obbligo.

p.s.

( A J-J risponderò appena riuscirò a fermare – o almeno rallentare – il tempo; cosa che, in quanto Jedi, conto di poter fare entro stasera )

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Ospite Belfahgor

mi sembrava una precisazione doverosa... perché salutare con quella formula sarebbe un pò come entrare, che so, in un bar e salutare il barman con "voglia vossignoria gradire il mio più sentito saluto"... se è un tipo simpatico ti ride in faccia, se è un pò nervosetto prima ti guarda in malo modo, poi ti sbatte fuori. certo è una formula tollerata verso i turisti, ma usala solo in vacanza. tw_ev

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mi sembrava una precisazione doverosa... perché salutare con quella formula sarebbe un pò come entrare, che so, in un bar e salutare il barman con "voglia vossignoria gradire il mio più sentito saluto"... se è un tipo simpatico ti ride in faccia, se è un pò nervosetto prima ti guarda in malo modo, poi ti sbatte fuori. certo è una formula tollerata verso i turisti, ma usala solo in vacanza. tw_ev

Il tuo intervento è stato benvenuto e gradito; questo l'ho già scritto nella mia precedente. Ed ho anche minuziosamente argomentato tutte le ragioni per le quali - in quello specifico contesto - non solo era preferibile, ma era anzi obbligatorio l'uso della formula da me adottata.

" Assalam alaikum " non si usa solo in contesti formali, come mi pare tu creda; anzi, è la formula di saluto più diffusa in assoluto in tutta l'area islamica; anche in ambiti familiari ed amicali. E' addirittura quasi esclusiva nella penisola arabica. " Ahaln ", ha un uso minoritario, è c'è una precisa ragione per questo: è considerato un lemma tendente al linguaggio profano. I musulmani non sono come noi; per loro la sacralità è una categoria che permea tutta la vita, anche in sfere per noi considerate neutre. Per l'Islam non ci sono queste sfere; non c'è la religione e poi altro. C'è la religione e basta; ed il linguaggio non si discosta mai troppo dalla ritualità. Non c'è musulmano che - prima di mangiare - non reciti la " basmalah ", che è una formula di consacrazione. Insomma, avranno pure tante cose discutibili, ma in questo non sono come noi, che viviamo di panza e minchia. Per farti un esempio: il tuo nick " Belfhagor " che è, prima, il nome di una antica divinità caldea; e poi quello di uno dei demoni maggiori nell'area monoteista, uno quelli con diretto accesso alla sfera di Satana, suonerebbe come un'inconcepile blasfemia in area islamica. Addirittura, in Paesi come il Sudan o l'Iran, qualora fossi così ingenuo da presentarti scherzosamente come " Belfhagor ", ti assicuro che avresti discrete probabilità di constatare di persona se - una volta di là - Belfhagor esiste davvero o è solo una proiezione mitica.

Per tornare alla nostra questione linguistica, se non sono ancora riuscito a convincerti, hai modo di risolvere definitivamente la questione chiedendo ad uno degli innumerevoli musulmani presenti in Italia. Se solo è appena alfabetizzato nella sua lingua, ed è in grado di capire quello che gli stai chiedendo nella nostra, è impossibile che non ti confermi quanto da me qui enunciato.

Modificato: da Satori
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Per J-J.

Scrivi:

“.. leggendo il post di Satori, come al solito trovo così tanti spunti di riflessione che poi non sempre riesco ad organizzare una risposta chiara e lineare.. ..”

Caro, J-J, la qualità di una interlocuzione dipende dalla buona volontà degli interlocutori; ancor prima della loro intelligenza e preparazione. Con te il discorso ha la possibilità di svilupparsi per il semplice fatto che tu non hai già stabilito anticipatamente di aver ragione in ogni caso. Stessa cosa per me. Mi spingo anzi a dire che quando discuto con qualcuno preferisco in assoluto arrivare a capire di aver torto anziché ragione, giacché, dalla conferma della mia ragione non apprenderò nulla; mentre dal comprendere i miei errori avrò acquisito la possibilità di ripararli. Con alcuni interlocutori questo non è possibile; persi come sono nel narcisistico innamoramento del loro punto di vista.

Detto questo, mi trovo forzato a portare la tua attenzione su quanto tu stesso hai scritto:

“..E poi senza questa mia "militanza" non ci saremmo mai conosciuti dato che combattiamo (almeno in questo caso) nello stesso schieramento..”, e subito appresso:

“.. Io sono un non violento per principio (non per natura), nel momento in cui sferrerò il primo pugno o elaborerò il primo pensiero di sferrarlo, avrò smesso di essere un non violento...”

Nel primo periodo ho sottolineato tre termini: due sostantivi ed un predicato; tutti e tre derivano dal linguaggio militare.. Due cose da dire subito: la prima è che non sto neppure lontanamente pensando di accusarti di nulla; la seconda è che solo la sincerità della tua ricerca di senso potrà rendere fertile il proseguimento di questo discorso. Nel secondo periodo fai un’affermazione che non ha nessuna congruenza in termini logici. Dichiari di essere un non violento per principio ( poi vedremo se significa qualcosa), e nello stesso contesto, tra parentesi, dichiari di esserlo però per natura. La frase sta lì, J-J; non ho potuto far altro che leggerla; è chiara, non c’è da interpretare nulla. Se sei violento per natura – così come lo simao sempre stati tutti i nati di donna; con la sola eccezione degli Avatara maggiori – come puoi non elaborare pensieri di violenza? Sarebbe come avere uno stomaco, senza mai provare fame. Il verbo essere, poi, ( in quanto predicato ) non può essere usato senza soggetto; non si può essere per natura violenti in modo impersonale; affermare, come tu hai fatto “ Io sono un non violento per principio ( non per natura ) “ equivale a dire c’è un soggetto che è violento; e visto che non si può essere violenti in modo impersonale, questo soggetto non può essere altro che lo stesso che ha fatto l’affermazione: ossia tu.

Ne consegue questo: forse non sferrerai mai il primo pugno ( cosa che ti auguro); ma non per questo potrai mai non formulare pensieri di violenza; e questo perché violenta è la tua natura.. per natura. E va così perché sei umano. Ora, a che si riferisce e da dove nasce quel “principio” ( .. Io sono un non violento per principio..)? Si riferisce con tutta evidenza alla sfera della morale; la quale, per appartenere all’ambito della condotta, è per questa ragione e per dunque per definizione relativa. Infatti, muta al mutare delle contingenze di riferimento. E questo porta ad un’altra conseguenza: siamo violenti in modo sostanziale, e possiamo tentare di controllare la nostra natura con un mezzo che è relativo ed accidentale: la morale. Questa è la dura realtà che dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia se vogliamo avere un chance di non essere distrutti dalla nostra stessa violenza. Chi applica la strategia dello struzzo, o per mancanza di coraggio intellettuale, o – cosa infinitamente peggiore – per la stolida vanità che non gli consente di guardarsi allo specchio e di vedersi per ciò che si è, è destinato a diventare canale ed agente di contagio della propria natura violenta che auto-nega. E questo è precisamente ciò che accade a quelli che mi pare di aver definito i “ professionisti dell’odio sociale”. E’ automatico: proietti fuori ciò che non sei capace di riconoscere dentro. Se prima non riconosci ed accetti, non puoi avere alcuna possibilità di accettare ed elaborare poi. E questo ci porta dritto alla questione iniziale; quella della “cultura politica”. Perché un marxista ( o chiunque, consciamente o meno è influenzato da tale ideologia ) non potrà mai accettare una cosa come quella da me posta? Perché per il marxista – almeno per uno che abbia letto appena due righe di marxismo – il pensiero da me esposto ( così come ogni altro non espressamente coerente ai “sacri testi” ) è semplicemente il frutto di alienazione borghese, causata dalle contraddizioni insite nei conflitti di classe. ( Che una cosa del genere faccia sbellicare dalle risate chiunque sia appena normale, non rende la medesima meno tragica). Tutto nel marxismo origina dalle e si riduce alle dinamiche dei conflitti economici di classe: ossia a questioni di distribuzione della ricchezza; ossia a questioni di soldi. Una volta sistemate queste questioni; una volta estinta la lotta di classe ed instaurata la dittatura del proletariato, ogni problema sarà ipso facto risolto. Il paradiso che una marea di imbecilli sognava nei cieli, sarà disponibile qui in Terra.

Ora, forse tu mi potresti chiedere: ma che c’entra questo con la nostra questione? Non c’entra? E’ questa la nostra questione!! Come può una società confrontarsi pacificamente sulla cosa pubblica comune, se non esiste una condivisione, almeno generalissima, sulla visone del mondo? Se una delle parti interpreta la visione del mondo altrui come l’esito patologico delle contraddizioni borghesi, esito che porta all’alienazione, cosa che acuisce le contraddizioni per produrre sempre maggiore alienazione, su cosa si può discutere?

La tragedia della sinistra italiana ( ed in parte minore di quella francese e spagnola) è quella di essere stata fagocitata dal marxismo. Fino all’ultimo istante di quel 9 novembre del 1989, gli stessi che oggi – con incommensurabile faccia di bronzo – si dichiarano “ liberali”, furono e si dichiararono marxisti ortodossi. Nel volgere di una sola notte, fra i 9 ed il 10, partì il classico “ contrordine, compagni”. Cambiarono nome almeno 5° 6 volte, ma non poterono mutare ciò che li aveva portati ad essere ciò che furono e sono.

E’ dalla visone generale del mondo e della vita che procede l’azione nella cosa pubblica, per tramite della formulazione di dottrine politiche. Quale esisto hanno avuto fino alla data odierna le applicazioni di quella dottrina? A già, quello non era il comunismo vero! Quello vero si manifesterà nella delizia che i ”nostri” sanno come rifondare. E che non sarà quello che rende schiava un quarto della popolazione mondiale, giammai!. Non è quello ammazza a bastonate i monaci buddisti; giammai!. Non è quello che ha distrutto una civiltà di incomparabile bellezza come quella tibetana; figurarsi!. I gggiovani non sono mandati nelle piazze a manifestare per queste cose…

Per concludere, la sussistenza e predominanza di una cultura genericamente comunista nella strategia, ma prettamente stalinista nella tattica, nella nostra sinistra è provata dai suoi atti; a partire dalle posizioni nella bioetica; passando per questioni sociali complesse come la famiglia, l’omosessualità, la fine e l'inzio vita; transitando per la concezione stessa della democrazia; fino ad arrivare – cosa forse più pericolosa di tutte – alla assolutizzazione della morale. Nulla infatti è più immorale di una morale che, non sapendo riconoscere la sua intrinseca relatività, si erge a valore assoluto. E’ da lì che nascono mostri ben più terrificanti di quelli generati dal goyano “ sonno della ragione”.

Certo, altre sinistre sono non solo possibili, ma auspicabili ed utilissime alla democrazia. Ma con questa nostra, comunista fino alla radice, il clima da guerra civile cominciato nel dopoguerra è destinato a durare a lungo. Sepolto il mostro di Arcore, chiunque le si metterà davvero di traverso riceverà lo stesso trattamento. Il comunista non può avere avversari: le sole alternative che concepisce sono, o quelli che essa stessa ha definito “ utili idioti” ( recentemente se ne è manifestato uno nuovo ); oppure nemici mortali.

Bada bene, caro J-J, che essere comunisti non vuol dire necessariamente praticare un’economia centralizzata e pianificata; l’esempio della Cina lo dimostra. Vuol dire concepire ed amministrare la cosa pubblica in modo totalitario.

La società aperta è altra cosa: qui in Italia, quelli cha hanno letto l’omonimo e fondamentale libro di Karl Popper “ La società aperta e i suoi nemici” saremo meno dei telespettatori dei programmi notturni della Rai sulle equazioni differenziali.

E la destra, quanto ad incultura politica, non fa eccezione. Vi si sono rifugiati avanzi del vecchiume e dell’intrallazzo italo-levantino, con poche eccezioni messe quasi subito a tacere. E questa è una cosa triste. Una volta ho chiesto ad un alto quadro di Forza Italia ( mi era stato casualmente presentato, non mi occupo di politica attiva) cosa ne pensasse di Robert Nozick, e mi sono sentito rispondere, dopo un attimo di esitazione: “ La settimana scorsa ha fatto proprio un bel gol”. :ciao:

Grazie della tua attenzione, giovane padawan.

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Dichiari di essere un non violento per principio ( poi vedremo se significa qualcosa), e nello stesso contesto, tra parentesi, dichiari di esserlo però per natura. La frase sta lì, J-J; non ho potuto far altro che leggerla;

Esatto Satori, quanto scrivi da qui a seguire mi trova sostanzialmente d'accordo. Perché dici che manca una congruenza logica?

Se è vero come hai detto, che la violenza è un istinto insito nell'uomo, è anche vero che dalle mie parti è stato facile coltivarlo.. (hai dato prova di conoscere bene la mia città, allora probabilmente saprai che ad es. qui "reggere" lo sguardo troppo a lungo fissando qualcuno significa "cercare la questione..")

Son stato adolescente (e ancora prima bambino) prepotente e violento. A 15 anni mia madre mi mandò in palestra a fare boxe, ma io preferivo farla all'uscita di scuola ed ogni cicatrice era un trofeo! Non sapevo immaginare altro modo per affrontare le cose, che non fosse condito da un po' di rabbia (rabbia, proprio come quella dei cani) e pensa, ancora non conoscevo il "Che"! :ciao:

Credo che la prima svolta sia stata quando ho cominciato a fare Aikido (in realtà volevo fare un po' di pesistica, è stato un caso se ho incontrato il mio maestro) e tra i primi insegnamenti c'è stato questo: "vincere vuol dire prima di tutto vincere la voglia che abbiamo di annientare l'avversario".. frequentai il dojo per diversi anni, diventando il senpai.

Ma non fu solo questo. Per capire di essere un obiettore di coscienza ad esempio (e ricordo il giorno esatto in cui successe), ho dovuto prima tenere in braccio un AR 70-90 sparando alla testa e al cuore di una sagoma (per fortuna), durante il servizio di leva che ho svolto da volontario.

Le tappe sarebbero ancora tante, ma forse più di ogni altra cosa, ciò che caratterizza un percorso del genere, sono le persone che via via s'incontrano, ed io ho trovato degli esempi; in questo ho avuto fortuna.

Di certo la mia natura non la posso cambiare e ancora mi ribolle il sangue quando vedo certe cose storte, mi rammarico certo, ma non vedo più l'uso della violenza come una risposta adeguata, anzi essa rappresenta quanto di più lontano possa esserci dalla soluzione del problema, praticamente una dichiarazione di sconfitta da parte di chi ne fa uso!

Purtroppo è un demone e al pari del demone del gioco, quando ci pervade perdiamo di lucidità e ci ritroviamo a fare cose che non hanno molto senso..

Poi tutto il discorso di J-J e Satori che romanticamente combattono fianco a fianco contro un imbattibile nemico comune, l'uso di quei vocaboli presi in prestito dal linguaggio militare, era tutta una metafora sulle nostre ricerche in ambito roulette.. un gioco di parole forse riuscito male e ovvio solo per me :wnk:

Ti do atto che con qualsiasi altra valenza avessi voluto dare, che non fosse quella di uno scherzo,in tutta sincertà, quel periodo messo accanto all'altro, non avrebbero avuto nessun senso!

Quando cadeva il muro io frequentavo la seconda media e naturalmente guardavo i cartoni animati piuttosto che i telegiornali e sinceramente ricordo poco della storia di quel periodo (e ovviamente leggerla dai libri non è come averla vissuta ), perciò non posso far altro che credere a quanto mi racconti.

L'unica cosa che potrei obiettare e parlo da italiano medio (come ce ne sono tanti tra gli elettori di destra, di centro e di sinistra), e che non arrivo a vedere il pensiero marxista così tanto radicato nella sinistra italiana di oggi (da esserne addirittura fagocitata), come invece tu sostieni.

Mi risulta altresì difficile l'accostamento tra un regime comunista che ammazza a bastonate monaci scalzi ed indifesi e i "nostri" rifondatori, e ribadisco vedo ciò che credo vedrebbe un qualsiasi italiano medio (in effetti da ragazzo ho frequentato per un po' i centri sociali: loro si facevano le canne -io invece ho sempre ritenuto importante restare lucido- ed immancabilmente andava a finire a rissa dietro piazza teatro Massimo, contro le teste rasate che ovviamente erano ubriachi di birra..periodi bui di tanto tempo fa)

La società aperta è altra cosa: qui in Italia, quelli cha hanno letto l’omonimo e fondamentale libro di Karl Popper “ La società aperta e i suoi nemici” saremo meno dei telespettatori dei programmi notturni della Rai sulle equazioni differenziali.

Ok ti posso confermare quanto hai detto, poiché io son tra quelli che seguivano le lezioni notturne ma ignoro chi fosse Popper.. spero un giorno di colmare la carenza.

Comunque in tutto questo nostro dibattere, non mi spiego ancora una cosa: mi rendo ben conto che abbiamo il primo ministro migliore in assoluto dai tempi di Romolo, ma tra totalitarismi di sinistra, odio e incultura ambidestri.. è possibile che l'unico partito che racchiuda virtù oggi sia solo in direzione Arcore?

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Per J-J.

Cominciamo dalle fine del tuo post:

Comunque in tutto questo nostro dibattere, non mi spiego ancora una cosa: mi rendo ben conto che abbiamo il primo ministro migliore in assoluto dai tempi di Romolo, ma tra totalitarismi di sinistra, odio e incultura ambidestri.. è possibile che l'unico partito che racchiuda virtù oggi sia solo in direzione Arcore?

La virtù, mio buon amico, non frequenta i palazzi della politica. E questi ne rimangono vuoti chiunque siano gli inquilini. Così è ora, così e stato fino ad ora, e così sarà dopo di ora; almeno fino a quando l’essere umano avrà la “forma” di adesso. Ma c’è di più: la virtù non frequenta neppure i sacri palazzi, le chiese, le basiliche; ed ancora meno la troverai nei supremi luoghi di culto, laddove dimorano i Sommi Rappresentanti. Salvo eccezioni sempre possibili – ed anzi, come tali, necessarie – ciò che si pratica ed amministra in questi posti è il p o t e r e. Se è alla vera virtù che hai fatto riferimento – e non alla caricatura esibita nel teatro politico ( e perché no, in quello religioso), il virtuosismo – allora la cerchi nel posto dove essa non potrà mai allignare. La virtù è per sua natura “oscena”, ossia, in senso letterale, fuori scena, fuori rappresentazione. La puoi trovare, e persino lì non è del tutto sicuro, laddove il potere è visto per ciò che è: la più distruttiva delle sostanze; un acido che corrode cuore e mente. Devi risalire la catena, ed andare ancora oltre il tuo Osensei Ueshiba.. ( di lui e dell’aikido dirò dopo ).

La cosa certa in assoluto è che l’ultimo posto in cui la vera virtù può germogliare, è presso i suoi predicatori. Robespierre, ad esempio, fu un perfetto esempio di virtuoso; credo ti sia noto che fu anche uno dei più feroci e pertinaci assassini di massa della storia. Virtuoso fu Hitler ( quasi ascetico; insensibile alle lusinghe del denaro; vegetariano ed animalista, cultore dell’arte ); virtuoso fu Stalin ( anch’egli quasi monacale, se si eccettua una certa debolezza per la vodka ); mediocremente virtuoso fu Mao Tse Tung, che però vince la palma di più grande macellaio della storia. Se davvero hai occhi per vedere fino in fondo, giovane padawan, allora sappi che – qualora la figura dell’Anticristo non sia solo una metafora – il giorno in cui dovesse manifestarsi, sarebbe di sicuro l’essere più virtuoso mai apparso.

Diffida dai predicatori di virtù, giovane padawan. Mentre i semplici ladri si accontentano delle tue tasche; i predicatori di virtù vanno oltre tale banalità. Non solo vogliono infilare le mani nelle tue tasche; vogliono infilare altro nelle tue parti molli; ma, sopra ogni altra cosa, vogliono impossessarsi del tesoro supremo: la tua mente.

Diffida dalle badesse che scendono in piazza per “manifestare a tutela della dignità della donna, e della sua virtù”. Sono le stesse che fino all’altro ieri scendevano nelle stesse piazze per manifestare ( ostentando oscenamente la forma della vagina, con le punte di pollici ed indici unite sopra la testa ), per reclamare il diritto della donna al sesso libero dovunque e comunque, e senza vincoli di sorta. Tu probabilmente non sai nulla di quei tempi; ma io si: c’ero, e ricordo la stessa signora ( moglie del genio premio Nobel; e per inciso ex fascista repubblichino ) che ieri mattina andava mariagorettando, andare allora tutta megafonata ad urlare per la libertà di orgia. E’ davvero penoso che tu debba apprendere queste cose da un Satori qualunque; ma questo, almeno, ti dà la misura di chi, orwellianamente, controlla l’informazione in Italia. “ Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato “ ( George Orwell, 1984 ). Pensa solo che per rendere pubblica l’esistenza delle “foibe”, si è dovuti aspettare 50 anni; ed a tanto si è finalmente arrivati per merito di un uomo di sinistra, retto, coraggioso ed onesto, come Pansa; da quel momento emarginato. Diversamente avrebbero continuato ad insabbiare. Ciò che ancora fanno coi gulag di allora, e, cosa davvero ributtante, continuano a fare con i laogai cinesi di oggi. Hai mai visto un documentario su questa roba? Un’intervista al sopravvissuto? Una pagina di diario? Uno straccio di documento? Un’anticchia di qualsiasi cosa? Zero! Zero assoluto!

E chi non si adegua deve subire, per giunta, lezioni di virtù?

E dunque: la virtù si trova nella direzione di Arcore? E chi può pensare una sciocchezza simile? Arcore non è, e non è necessario che sia, un giardino di virtù; ma di sicuro ( e di questo sono assolutamente certo ) non è neppure una sentina di vizi.

Il punto è questo, J-J: politica e virtù possono essere accostate solo in guisa platealmente strumentale; come stolide armi di propaganda. Chi davvero pensasse solo per un istante che le due cose possano andare assieme, dovrebbe ricominciare daccapo a studiare la storia; a partire dalla vicenda di Caino ed Abele ( e fornirsi informazioni basiche di psicologia). Se poi dovessimo incappare in un ostinato che vuole continuare a sognare, pazienza: lasciamolo pure ai suoi sogni; purchè mentre sogna non sfasci vetrine, o non salga sul pulpito della morale.

Come già ti scrissi, la questione del rapporto tra potere e virtù fu affrontata in modo definitivo da Platone. Qui si può andare avanti a discutere finché si vuole, ma se non si parte dalle basi, si rimane appesi in aria. L’analisi dei due testi platonici ( La Repubblica e Le Leggi; soprattutto il primo ) mostra che, nel migliore dei casi ( sottolineo, nel migliore dei casi), l’accoppiata potere/virtù conduce ad una tirannia illuminata. Ed è per questo che ieri ho citato Karl Popper; perché a lui si deve la più radicale critica ai sistemi chiusi ed alle società chiuse, che sono l’unico sbocco della politica moraleggiante. E’ questa la chiave di volta per capire ciò che accade: questi che oggi ( nello specifico di Arcore) si stracciano le vesti per la violazione della “dignità” della donna, sono i medesimi, che appena ieri si stracciavano le medesime vesti contro chiunque avesse qualcosa da eccepire sull’opportunità del “ futti futti, ‘ca diu pirduna a tutti “ ( credo che questo fantastico detto della tua Terra non necessiti di traduzioni). Che dire, allora? Semplicemente, ipocriti!

Punto violenza. Chiunque non sia un bruto deve sentire l’obbligo al non praticare la violenza. Certo. Applausi! E’ infatti talmente ovvio che, come per tutte le cose troppo ovvie, qualcosa non quadra.

Qual è la differenza, buon J-J ( ed ottimo padawan ), tra questi due enunciati: “ Non pratico la violenza “; e “ Pratico la non violenza” ? Ti sembra significhino la stessa cosa?? E, soprattutto, al di là della questione linguistica, ti pare che portino ad esiti pragmatici uguali? Pensaci, giacché adesso mi devo fermare; e, purtroppo, non ho neppure potuto accennare alla questione aikido. Ne parlo perché, oltre ad un mio interesse personale per le arti marziali, questa specifica, l’aikido, ha un rapporto diretto col tema della violenza ( tu hai certamente già capito quale). Tuttavia, come avrai notato – e non è la prima volta – siamo già andati abbondantemente fuori tema. Pertanto, se hai interesse a venire a conoscenza di notizie esclusive e ( credo ) inedite sull’argomento, proseguiamo questa discussione sul thread aperto a suo tempo, e che ora giace in un freddo limbo. Se la cosa non ti dovesse interessare più di tanto, poco male; esauriremo qui quello che eventualmente rimane.

Ciao, J-J, ardue ed aspre sono le vie della Forza..

:inkaz:

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Hai ragione Satori, siamo andati abbondantemente fuori tema.. la cosa di per se non rappresenterebbe un problema se non fosse che stiamo conducendo le nostre "chiacchierate" su un forum pubblico, organizzato per temi ed argomenti.

Dunque mi sento di dover chiedere scusa agli altri utenti del forum e mi assumo la piena responsabilità di questi fuori tema, dato che rispetto a Satori, frequento da più tempo e forse avrei dovuto ricordarmi meglio di certe regole.

Avevamo cominciato parlando dei Rom, adesso potrei rilanciare spendendo un pensiero per tutti quei poveri disperati che in questo momento stanno attraversando il mediterraneo per sbarcare a Lampedusa.. a quanto pare è stato definito come un esodo di proporzioni bibliche!

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