Negli ultimi anni ci sono state tante evoluzioni nel gioco legale in Italia, che hanno portato il nostro paese ad avere una regolamentazione del gioco online che, se non è tra le migliori (come quella UK), sicuramente non è tra quelle peggiori (tipo quella francese o quella polacca).
Sui siti con licenza AAMS oramai si possono trovare quasi tutti i giochi da casinò, sia dei principali produttori che di quelli più di nicchia, a parte magari qualche scratch-card o qualche vecchio gioco; le scommesse dal vivo e non oramai offrono tutti i possibili mercati, con quote tutto sommato competitive (tanto che anche Bet365 alla fine aveva deciso di entrare nel mercato) e anche le nuove modalità di poker come gli Spin and Go e lo Speed Poker hanno trovato velocemente una collocazione anche da noi.
L’ultimo punto dolente è da anni la liquidità dei giochi peer-to-peer, come il Poker o il Bingo, ossia i giochi in cui i giocatori non giocano contro il banco ma l’uno contro l’altro.
Eppure anche qua qualcosa si è mosso, visto che a inizio luglio la solitamente lumachesca AAMS ha firmato, parte del primo gruppo, un protocollo d’intesa con ARJEL (francesi), SJJ (portoghesi) e DGOJ (spagnoli) per condividere la liquidità del poker tra i giocatori dei vari stati.
Questo è interessante perchè è un ulteriore passo in avanti per poter estendere un domani questo tipo di condivisione anche ad altri giochi, come ad esempio il bingo, ma soprattutto come il betting exchange e i jackpot dei giochi da casinò, dove più si nota la concorrenza coi siti esteri.
In questo modo si potrebbero offrire giochi sempre più competitivi ai giocatori, pur mantenendo gli obiettivi di fondo dei regolatori di offrire siti e giochi certificati, payout garantiti e ovviamente – cosa più importante di tutte anche se mai dichiarata apertamente – prendersi la propria fetta sotto forma di tasse.
Eppure sembra che ancora una volta in Italia non si perda l’occasione per remare contro, e così nel clima di campagna elettorale ecco dichiarazioni bellicose da parte di senatori o capoccia della Federazione Tabaccai che paventano spaventevoli rischi di riciclaggio (nonostante gli enti regolatori abbiano previsto tutti i controlli previsti dalla IV direttiva EU antiriciclaggio), oppure che non c’è davvero un vero vantaggio nel condividere la liquidità per i giocatori, mentre anche in questo caso tutti, dagli operatori ai pro, dai forum ai giocatori, sono fermamente a favore di questo tipo di modello condiviso, che ridarebbe fiato a un mercato un po’ statico come quello del poker online.
Insomma, solo i prossimi mesi ci faranno vedere se anche in questo caso ci faremo superare dai cugini d’oltralpe e rimarremo indietro (salvo poi rincorrere), oppure se l’Italia riuscira’ almeno questa volta a essere nel gruppetto di testa.